Italia: la scelta del banchiere centrale sarà un grattacapo per l’Europa – Economic Post

La nomina di Fabio Panetta a capo della Banca centrale italiana è stata la mossa giusta al momento sbagliato. Panetta, rispettato membro della Banca Centrale Europea, potrebbe rappresentare una voce autorevole e indipendente nell’economia del Paese. Tuttavia, il suo ritorno a Roma eliminerebbe un forte oppositore dell’attuale linea dura della BCE sull’inflazione. Ciò ha creato grattacapi anche al primo ministro georgiano Meloni, che ha dovuto scendere a compromessi con altri governi per sostituirlo.

La Meloni ha finalmente ottenuto l’uomo che desiderava. Il primo ministro non è riuscito a convincere Panetta a diventare ministro delle Finanze quando un governo di destra ha preso il potere lo scorso anno. Nonostante il suo rifiuto, il suo partito lo ha scelto per sostituire il governatore della Banca centrale italiana Ignacio Visco, che si dimetterà alla fine di ottobre.

Al ritorno in patria, Panetta, ex alto dirigente della Banca d’Italia, lascerà il suo posto nel consiglio esecutivo della Bce, composto da sei membri, dove vengono formulate molte politiche importanti. Sin dalla fondazione della BCE, l’Italia – insieme a Francia e Germania – ha sempre avuto una posizione di vertice. Si tratta però solo di una regola informale e non vi è alcuna garanzia che altri Paesi membri la accettino senza concessioni da parte della Meloni.

La sostituzione di Panetta con un altro italiano è significativa perché la Roma ha apertamente criticato la politica aggressiva di Christine Lagarde, che nel giro di un anno ha alzato i tassi di interesse da negativi al 3,5%. Antonio Tajani e Matteo Salvini, i principali alleati di Meloni nella sua coalizione di governo, hanno avvertito che l’aumento dei tassi di interesse ostacolerebbe la crescita. L’aumento dei costi di finanziamento potrebbe rappresentare un problema anche per l’enorme debito italiano, che ha raggiunto il 144,7% del Pil alla fine del 2022.

Scegliere il successore di Panetta non è stato facile. Daniele Franco, ex ministro delle Finanze ed ex dirigente della Banca d’Italia, stretto alleato dell’ex primo ministro Mario Draghi, ha già 70 anni. L’esperto di criptovalute Piero Cipollone, altro funzionario della Banca d’Italia, è poco conosciuto a livello internazionale. E Lagarde potrebbe preferire una donna.

I nomi da soli non sono la soluzione. In linea con la tradizione negoziale dell’Unione Europea, la Meloni potrebbe dover scendere a compromessi su alcune questioni chiave a Bruxelles. La via più rapida sarebbe quella di ratificare le riforme del Meccanismo Europeo di Stabilità, il fondo di salvataggio della zona euro, che è bloccato da Roma. Ciò dimostrerebbe un impegno nei confronti del piano euro, ma potrebbe sminuire il ruolo della Meloni su altre questioni importanti, come la lotta all’immigrazione.

Per l’Italia, l’atteso ritorno di Panetta arriva in un momento difficile.

Claudio Bellini

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