Corridoio per il Real Madrid, Mino Raiola e la stampa invisibile

Mino Raiola (Foto: Mauro Ujetto/NurPhoto/Getty Images)

Qualcuno può parlare dell’origine della penicillina senza menzionarlo Alessandro Fleming? È possibile raccontare di nuovo la rivoluzione russa senza menzionare i bolscevichi per nome? Può sembrare complicato, ma se l’ambientazione di questa conversazione è un incontro sportivo spagnolo, la risposta è: sì, può.

Nelle ultime ore i nostri giornalisti sportivi hanno discusso del salone d’onore che, a quanto si dice, l’Atlético non farebbe al Real Madrid in riconoscimento del titolo di Liga. Sentono che una tradizione così meravigliosa si è diluita – non è il primo caso – e, nei loro lamenti, dimenticano chi è più responsabile: se stessi. Ho già scritto di questo argomento ai suoi tempi, quindi miglior collegamento Ed evito di ripetermi.

Anche se ha perso la sua quota, la stampa continua ad esercitare un’influenza sul nostro calcio. È tutt’altro che un mediatore innocuo, anche se sulla scena del crimine fa finta di non esserci mai stato. Se le tue mani non sono pulite, non è perché non le lavi spesso. “Diversi media italiani hanno riportato la morte Mino Raiola”, calcolato Oscar Rincon Giovedì scorso nell’edizione serale de La Sexta Deportes, quando era ancora in vita l’agente del famoso calciatore. Sì, certo: i media italiani. Gli spagnoli, a quanto pare, no. Qui lo sappiamo tutti da ‘La Gazzetta’, ‘Tuttosport’ e ‘L’Osservatore Romano’.

Ciò che Rincón probabilmente intendeva, ma non disse, era che diversi media italiani erano stati i primi a fornire la —falsa— storia. Non ha aggiunto che i principali media spagnoli erano rimasti indietro, in anticipo, per una semplice questione di protocollo: pubblicati prima, il prima possibile, e confermati in seguito. Sarebbe un buon giorno per difendere il giornalista come professionista dell’informazione capace di distinguere il bene dal male, a differenza di altri ‘streamer’ e neofiti. Sarebbe meglio dimostrarlo confrontando le notizie piuttosto che replicarle, ma non è così. Per la prossima giustificazione commerciale, dobbiamo aspettare fino a Ibai intervista nuovamente una stella del calcio.

Aroldo Ferrari

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