Nulla di ciò di cui abbiamo discusso nei giorni scorsi, sia in Grecia che in altri paesi europei, per sostenere le famiglie e le imprese colpite dai costi energetici, non può andare avanti se non si consente di allentare le regole europee. Traduzione libera ellenizzata della reazione delle autorità europee in questa fase, in cui un Paese dopo l’altro ha annunciato nuovi pacchetti di aiuti, contrassegnati dalla frase “dai, ma non rovinare affatto”.
Questa frase riassume le politiche economiche europee attuate negli ultimi due anni. Ognuno distribuisce denaro ai propri consumatori. Altri danno di più per la pompa del carburante, altri per le bollette della luce. Alcuni sono più grandi, come l’Italia e la Spagna, altri hanno più senso perché sono preoccupati per gli effetti del passato come la Grecia, altri sono meno e invitano i loro cittadini come Germania e Paesi Bassi a risparmiare energia e risparmiare il più possibile . come possono.
Il finale sarà lo stesso per tutti. Una perdita misurabile, che in determinate condizioni e se si verifica il denaro assegnato, cioè finisce con l’effettivo beneficiario così come nessuna deviazione maggiore sul fronte di guerra effettivo o sul “fronte” sanzionato può essere ridotta. Se tutte le condizioni di cui sopra non sono soddisfatte, il danno sarà grande per tutti. In contrasto con il periodo della pandemia, dove a livello europeo si pensa di mettere tra parentesi la crisi pandemica.
Ora tutti credono che la crisi attuale non sarà “staffe” o “staffe”. Questa certezza fa da sfondo al rifiuto dell’Europa di affrontare questa volta l’impatto della crisi energetica. Questa volta non abbiamo sentito parlare di co-prestiti, né di programmi di sviluppo e sovvenzioni. Ognuno da solo e UE monitora, silenziosamente da un angolo.
Come se detenesse il potere per i casi dello stato che non avranno successo. Perché è molto probabile che alcune economie non avranno successo. Non verranno dati ulteriori fondi europei. Immaginate nel recente passato di annunciare, come ha fatto ieri il Primo Ministro greco, un pacchetto da miliardi di euro, che è stato preparato in pochi giorni e gli europei non solo non lo hanno smentito, ma hanno partecipato attivamente alla sua formazione, in ordine non in termini di costi di bilancio. In altre parole, partecipare attivamente al trabocco delle finanze pubbliche. Lo fanno perché non hanno altro da offrire. L’opinione prevalente in Europa è che i fondi previsti per la pandemia siano l’eccezione, il che non fa che confermare la regola.
Ora torniamo a “tutti soli”. Come precursore dei nuovi regimi di controllo fiscale che sono arrivati in Europa, sulla base di accordi fiscali bilaterali separati per ciascun paese, il regime che sarebbe stato attuato quando la “tempesta” fosse passata e fossero emersi i conti. Fino ad allora, la dottrina della politica economica “dare, ma non rovinare” continuerà ad essere applicata
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