Il primo ministro italiano ha ricordato il potere contrattuale che l’UE può avere (finché vuole) e ha chiesto a Joe Biden di cambiare posizione, in modo che possano sedersi allo stesso tavolo con Putin e rompere finalmente i suoi pesanti legami. .la guerra.
Mario Draghi è tornato da un viaggio negli Stati Uniti e ha sorpreso gli scrittori politici italiani con le sue osservazioni. Il primo ministro tecnocratico italiano – noto per le sue linee filo-atlantiche – ha deciso questa volta di fare almeno in parte la differenza: ha chiesto a Joe Biden di telefonare a Vladimir Putin e ha aggiunto che “tutti dovrebbero sedersi allo stesso tavolo”.
Già dagli Stati Uniti, il capo del governo italiano ampiamente coinvolto ha sottolineato che è chiaro che il sostegno dell’Ucraina deve continuare, ma – allo stesso tempo – deve seguire qualsiasi strada che possa facilitare il processo di pace.
Secondo gli osservatori, la dichiarazione fa parte di una strategia più ampia. Negli ultimi giorni sono aumentate le indicazioni di un “messaggio” secondo cui il mediatore più utile non è più la Turchia di Erdogan, ma la stessa Unione Europea. Allo stesso tempo, la stampa italiana riportava che anche all’interno del governo romano c’era ormai la consapevolezza che in tutta questa drammatica storia, gli interessi degli Stati Uniti erano largamente incompatibili con quelli dell’Europa. Se non altro, perché Washington non ha problemi energetici e – al contrario – vuole vendere il suo gas al Vecchio Continente.
Da un lato, l’Italia ha chiesto il proseguimento e il rafforzamento degli sforzi diplomatici. E la sua voce non è affatto isolata, poiché la Francia è “incoraggiata” dal governo di Pechino a continuare la sua linea d’azione, parlando con tutte le parti coinvolte per un cessate il fuoco immediato.
D’altra parte, ovviamente, Roma ha continuato a consegnare armi a Kiev. L’obiettivo principale a cui fa costantemente riferimento il governo dell’ex presidente della Banca centrale europea è poter continuare a difendere il popolo ucraino. Ma, come sottolinea il quotidiano La Repubblica, c’è un’altra esigenza, meno “pubblicizzata”: attivare l’Ue. – e in questo caso l’Italia – a sedersi come si deve al tavolo delle trattative, dove si discuteranno tanti equilibri futuri.
Il motivo è che, con queste mosse, Draghi ha sottolineato che il problema non era solo la fine della guerra. L’obiettivo è determinare come si formerà l’influenza (ad esempio e dove verranno dispiegati nuovi sistemi missilistici) in tutta Europa e in particolare sul suo fianco orientale. Tutti i principali Stati dell’Unione, in questa fase, sperano di influenzare questo processo e l’Italia, ovviamente, non nasconde le sue speranze.
Al di là di tutto questo, infine, c’è un parametro in più: Mario Draghi deve controllare anche la situazione all’interno del suo governo. Perché i Cinque Stelle, presieduti da Giuseppe Conte, hanno chiesto una ridiscussione in Parlamento sull’atteggiamento del Paese nel suo insieme nei confronti dell’Ucraina. Durante questo periodo l’Italia continuerà a inviare armi all’esercito di Kiev. La questione è molto delicata, perché anche la Lega Salvini chiede che l’escalation delle operazioni militari non sia più una strada a senso unico. “Super Mario”, quindi, per evitare tensioni di governo o anche una crisi di governo improvvisa, cerca di dimostrare di non essere più identificato con i generali bellicosi di Washington.
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