ROMA – Gli affitti sulle spiagge italiane devono essere oggetto di una gara imparziale e trasparente. Lo ha annunciato oggi la Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Le licenze per il noleggio di lettini e ombrelloni sono tradizionalmente a conduzione familiare in Italia e si tramandano di generazione in generazione, nonostante gli imprenditori rivali che si dichiarano ingiustamente esclusi dai grandi affari.
Dopo diversi rinvii, la concessione doveva essere appaltata fino al 2024, ma il primo ministro Djordja Meloni l’ha rinviata di un anno.
I partiti della sua coalizione conservatrice vogliono che i licenziatari esistenti lo mantengano, sostenendo che ha contribuito a ridurre i costi per i bagnanti ed evitare che 7.500 chilometri di costa italiana cadano nelle mani delle grandi catene, che potrebbero non rispettare le tradizioni locali.
Tuttavia, la Corte di giustizia con sede in Lussemburgo ha stabilito che la licenza non può essere rinnovata automaticamente.
“I tribunali e gli organi amministrativi nazionali sono obbligati ad applicare le normative UE pertinenti”, ha dichiarato la Corte di giustizia dell’Unione europea in una nota.
I permessi sono ufficialmente di proprietà dello stato, ma compaiono raramente nelle aste pubbliche, riferisce Tanjug.
Nel 2019, il governo italiano ha raccolto circa 115 milioni di euro dalla vendita di questi permessi, mentre l’attività stessa è stimata a circa 15 miliardi di euro all’anno, secondo la società di consulenza Nomisma, secondo Reuters.
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