Si può parlare di “Qatargate”, ma si trova anche nei centri commerciali fuori dal Qatar Marocco, poiché l’intelligence belga ha concentrato la propria attenzione principalmente sull’agenzia di spionaggio e controspionaggio DGED del paese nordafricano, ha riferito Le Soir.
Nell’indagine, iniziata nel 2021, il servizio segreto belga VSSE sospetta un tentativo non solo di interrompere ma anche di danneggiare il cuore europeo di un paese terzo, timori di cui hanno condiviso il 12 luglio con la Procura federale.
L’indagine è stata affidata alla Polizia giudiziaria federale e all’Ufficio centrale per la lotta alla corruzione (OCRC). E, sebbene dal 9 dicembre il Qatar sia stato segnalato come sospettato di indebita influenza per ottenere il sostegno dei parlamentari, sotto inchiesta anche il Marocco, il cui coinvolgimento Confermato il ministro belga.
Come ha rivelato il quotidiano e la rivista belga Knack, citando atti giudiziari e varie fonti, nei mandati di arresto europei emessi il 9 dicembre per la moglie e la figlia di Pierre Antonio Panzeri, il giudice ha chiarito di sospettare l’artefice del caso “Qatargate” . per intervento politico di parlamentari europei per conto del Qatar e del Marocco, a pagamento.
Pur esprimendo riluttanza, adducendo la presunzione di innocenza, le autorità belghe hanno fatto riferimento ai risultati delle intercettazioni, rilevando che la moglie e la figlia di Pancheri sarebbero state coinvolte nel trasferimento del “regalo” ricevuto dall’ambasciatore marocchino in Polonia, Abderrahim Atmoun, amico di Panzeri. Lui e l’ambasciata marocchina a Bruxelles non hanno risposto alle domande dei media belgi.
Lobby marocchina
L’interesse del governo marocchino per Pancheri non è una novità, secondo documenti riservati trapelati tra il 2014 e il 2015 da un hacker che si fa chiamare Chris Coleman.
In una nota “urgente” inviata nell’ottobre 2011 dalla missione marocchina presso l’Unione europea a Rabat, si affermava che “a margine della sessione plenaria del Parlamento a Strasburgo” almeno un rappresentante della missione aveva avuto un “incontro informale incontro” con i consiglieri Pancheri, in merito a messaggi “giunti all’attenzione delle autorità marocchine”.
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Lo scopo di questa nota era la preparazione della visita in Marocco, due settimane dopo, dell’eurodeputato socialista Pancheri, allora presidente della delegazione del Parlamento europeo a Mahreb. Sono previste anche soste durante una visita a Tidouf, sede di molti campi per i profughi separatisti saharawi del Fronte Polisario, che si battono per l’indipendenza del Sahara occidentale con il sostegno dell’Algeria, “un passo necessario per mantenere l’immagine di neutralità dell’eurodeputato”. in Algeria e il Fronte Polisario.
Il Marocco controlla quasi l’80% del territorio e propone un piano per l’autonomia sotto il suo governo, ma il Fronte Polisario chiede un referendum sull’autodeterminazione. Il Marocco vuole fare pressione sull’UE affinché non blocchi l’occupazione di questa parte del Sahara occidentale, e i suoi agenti fanno affidamento sul sostegno di colleghi diplomatici come Atmoun per influenzare i legislatori.
Pancheri “amico intimo del Marocco”.
In un telegramma del gennaio 2013, la missione marocchina presso l’UE ha presentato al suo governo una tabella di marcia per promuovere “gli interessi marocchini nel Parlamento europeo nel 2013” organizzando dibattiti e seminari, visite guidate, ecc.
L’obiettivo di questo piano è “contrastare il crescente attivismo dei nostri oppositori all’interno del Parlamento europeo”. In particolare, per monitorare il rapporto che verrà redatto sulla situazione dei diritti umani nel Sahara occidentale dal deputato britannico Charles Tannock, “noto per le sue posizioni pro-Polisario”.
Il piano è inserito nel “menù” di diverse strategie, ma la missione intende “coordinare la propria azione con il presidente della delegazione del Maghreb al Parlamento europeo, Antonio Panzeri, intimo amico del Marocco, al fine di limitare eventuali effetti dannosi del progetto Tannock”.
Pancheri tratta con i servizi segreti marocchini nel 2019
Marocco e Panzeri decisero di intervenire dopo questa lobby qualche anno dopo, nel 2019, quando l’italiano non fu rieletto.
L’ex europarlamentare, secondo il suo ex assistente, Francesco Giorgi, agli inquirenti belgi e davanti al giudice Michel Clez, si trova in una posizione difficile. Pancheri avrebbe poi stretto un accordo segreto con il DGED marocchino, tramite l’ambasciatore di quel paese in Polonia, Atmoun, e si sarebbero recati a Rabat diverse volte.
Interpellato in merito, l’avvocato di Pancheri, Laurent Kens, ha dichiarato di non poter commentare data la detenzione del suo assistito.
Atmoun, l’uomo chiave del Marocco, come si legge nei documenti inviati alla Corte italiana, avrebbe ricevuto i suoi ordini da altre persone. Si tratta di un agente DGED sotto copertura di nome Mohammed B. – un “uomo pericoloso”, secondo una fonte a conoscenza del file – che è il “gestore” di Atmun e gli dà ordini.
Secondo Le Soir e Knack, questi agenti marocchini avrebbero anche agito in precedenza in Francia nel commercio di frammenti insoliti, noti come “fiches S”, rilasciati dai servizi di sicurezza francesi alle forze dell’ordine del paese, ad esempio a individui noti per l’estremismo religioso e atti del terrorismo, informazioni importanti per la sicurezza aeroportuale internazionale.
Secondo il quotidiano francese Liberation, Mohamed B. è stato l’ultimo destinatario di “da 100 a 200” S-fiches, assegnate dal capo della polizia di frontiera (PAF) con sede all’aeroporto di Parigi-Orly.
Gli agenti segreti marocchini, attraverso una terza persona, il direttore della sicurezza aeroportuale, avrebbero indotto con l’inganno la polizia francese a estorcere queste informazioni riservate per conto del Marocco. Procedimenti giudiziari avviati in Francia mostrano, in particolare, che Mohamed B. e il suo vice all’aeroporto di Orly avevano invitato tre volte agenti di polizia francesi e le loro famiglie in vacanza in Marocco, con biglietto aereo e sistemazione in albergo pagati a 4 stelle, riportano i quotidiani francesi. Il capo della polizia di frontiera della PAF non era stato invitato a un altro viaggio dagli agenti DGED, questa volta in Uganda, ma è stato arrestato poco prima del decollo.
Dopo questo caso, in cui Mohamed B. non è stato perseguito dai tribunali francesi, è scomparso dai radar. Per riapparire nel documento del Qatargate, sulla corruzione al Parlamento europeo.
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