Questa canzone, non solo per la squisita voce che la canta, o anche per la triste fisarmonica, ci fa venire voglia di un seguito.
È passato un po’ di tempo da quando ho sentito per la prima volta la canzone Encardia che quasi accompagna la poesia “Klama” del famoso italiano Franco Corliano.
O Klama i Jineka u Emigrante
La moglie immigrata urla (voglio un uomo)
Telo na mbriakeftò na mi’ppensefso
Voglio ubriacarmi quindi non penso
na clafso ce na chiaramente telo arte vrai?
Voglio piangere e ridere stasera
ma mali rràggia evò e’ nna kantalis
furiosamente a cantare
sto fengo e’nna fonaso: o andramu pai!
alla luna per gridare:..mio marito se n’è andato
oh andramù pai! oh andramù pai!
mio marito se n’è andato mio marito se n’è andato
E antròpi ste’ mas pane, ste’ ttaràssune!
La nostra gente va, va
N’arti kali ‘us torùme ettù s’ena chrono
Se tutto va bene, ci vediamo tra un anno!
È’ tui e zoì-mma? È vero, la tua Kristè?
È questa la nostra vita, il mio Cristo?
Mas pa’ ‘cì sti Germania kléonta ma pono!
Sono andati in Germania con lacrime e dolore!
kleonta ma pono! kleonta ma pono!
con pianto e dolore! con pianto e dolore!
Tata, jatì e’nna pai? Pemma, jati-
Papà perché dovrei andare? Dimmi perchè
Jatì tui ene e zoì, mara pedìa
Perché così è la vita, poveri bambini
O ttechùddhi polemà ce tronni
Il pover’uomo lavorava e sudava
na lipariasi ‘us patrunu m’utti fatìa!
per far ingrassare il capo con il suo lavoro
Ste kuo ti banda ce ste kuo itto sono
Sento band, sento musica
steo ettù ma ‘sà ce ste penseo sto treno
Sono qui con te ma penso anche al treno
penseo to skotinò citti miniera
Ho pensato alla miniera oscura
pu polemònta ecì peseni o jeno!
dove lavorano i morti!
message o jeno message o jeno
il mondo sta morendo il mondo sta morendo
Corliano ha riferito che mentre lavorava in una stazione ferroviaria nel sud Italia, ha sentito una donna piangere mentre salutava il marito che stava partendo per immigrare in Germania e ha deciso, quindi, di scrivere i suoi sentimenti su un foglio bianco nella lingua che lei parlato. conoscere meglio.
Il motivo del dialetto italiano è di origine greca noto come Griko o Katoitaliotika, le cui origini, per alcuni, sono dovute al movimento di coloni bizantini di lingua greca nel IX secolo d.C. [1] mentre altri sono dovuti alla continuità linguistica della colonizzazione magnogreca nell’VIII secolo a.C. [2]
Ma per noi, non siamo tanto interessati all’origine linguistica di una particolare lingua quanto al contenuto del messaggio che il parlante vuole comunicare. Per noi questo messaggio è semplice, diretto e schietto. Per noi quel messaggio si trovava nella risposta del padre immigrato al figlio che lo chiedeva. Rispose con la serenità di un proletario che si rendeva conto che i suoi guai non erano altro che colpa del suo ricco capo.
Questa canzone, non solo per la squisita voce che la canta, o anche per la triste fisarmonica, ci fa venire voglia di un seguito. Non il destino del padre, ma il destino del suo giovane figlio.
Sete in parte spenta quando pensiamo al nostro piccolo che continua a chiedersi. Domande difficili e prese dalle fatiche quotidiane come suo padre.
Appunti:
1. A. Tsopanakis, 1981: “Contributo alla conoscenza dei dialetti greci dell’Italia meridionale”, L’Italia dialettale.
2. G. Rohlfs, 1977: Grammatica storica dei dialetti italogreci. Monaco.
Fonte: kalitechnistis.blogspot.com
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