Il premier Meloni sbarcato nella Libia devastata, parlerà di gas e migrazioni

Sabato il primo ministro italiano Giorgia Meloni si è recata a Tripoli per discutere di gas e migrazione con le autorità locali. Era accompagnato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dal capo della diplomazia Antonio Tajani. Durante la visita, il gigante energetico italiano ENI dovrebbe firmare importanti accordi sul gas nel paese. Meloni è il primo rappresentante di alto profilo di un Paese Ue a visitare la Libia dopo l’interruzione delle trattative elettorali che avrebbero dovuto svolgersi nel dicembre 2021, riferisce l’agenzia di stampa AP. Due gabinetti rivendicano ora il potere in Libia.

La Meloni è sbarcata nei pressi di Tripoli sabato mattina. Ha in programma di tenere colloqui con il presidente del consiglio presidenziale a tre membri, Muhammad Junís Manfi, o con il primo ministro del governo di unità nazionale, Abdal Hamíd Muhammad Dbaíba. Ma il suo gabinetto non è riconosciuto dal parlamento nell’est del Paese, dalle milizie e dalle altre forze che controllano gran parte della Libia.

Durante la visita, l’azienda italiana Eni dovrebbe firmare un accordo con la compagnia di stato Libyan National Oil Corporation (Noc) per investire in due giacimenti di gas naturale del valore di otto miliardi di dollari (circa 174 miliardi di corone). La produzione da questo può arrivare fino a 850 milioni di piedi cubi (26,8 milioni di metri cubi) al giorno. ENI, che opera nel Paese nonostante la sua pessima situazione di sicurezza, non ha voluto commentare l’accordo.

Secondo l’Agenzia AP, la presenza del ministro dell’Interno Piantedosi indica che anche le migrazioni saranno un tema importante dell’incontro. In passato l’Italia ha fornito alla Guardia Costiera libica mezzi e navi. Una delle priorità del gabinetto del politico di destra Meloni è il contenimento dell’immigrazione clandestina. Secondo lui, questo può essere raggiunto attraverso una maggiore cooperazione con i paesi di origine dei migranti.

I disordini politici regnano nel Paese dalla caduta del dittatore Muammar Gheddafi nel 2011. Secondo i piani delle Nazioni Unite, le elezioni avrebbero dovuto tenersi nel Paese nel dicembre 2021, ma ciò non è avvenuto.

Ora la Libia è divisa tra due governi rivali. Uno di questi è il gabinetto del primo ministro Abdal Hamíd Dbaíba a Tripoli. Dbaíbá ha rifiutato di dimettersi dopo che la Libia non ha tenuto le elezioni lo scorso anno. Il secondo governo era guidato dal primo ministro Fathi Báságha, che, dopo un tentativo fallito di stabilire il suo governo nella capitale, aveva sede a Bengasi, nell’est del paese.

Adriana Femia

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