Nei giorni scorsi sono arrivate ad Ancona due imbarcazioni di organizzazioni umanitarie private per portare a riva i profughi soccorsi dal disagio. Il primo “Ocean Viking” dell’organizzazione non governativa SOS Mediterranée ha attraccato con 37 migranti a bordo, il giorno successivo “Geo Barents” dell’organizzazione Medici Senza Frontiere con 73 persone a bordo.
E’ la prima volta che Ancona viene assegnata dal Ministero dell’Interno come porto sicuro per una nave di soccorso privata. Le città portuali di Ravenna, Livorno e molte altre sperimentano anteprime simili nelle prime settimane del nuovo anno.
Ciò che accomuna i nuovi “rifugi” nel nord e centro Italia è che sono tutti governati da sindaci di centrosinistra – e che sono molto lontani dal punto in cui i migranti che lottano in mare vengono soccorsi.
L’assegnazione di porti così lontani aveva solo lo scopo di tenere le nostre navi lontane il più a lungo possibile dal Mediterraneo centrale e di aumentare i nostri costi operativi.
Juan Matías GilCapo Missione di Medici Senza Frontiere
Sia “Ocean Viking” che “Geo Barents” hanno dovuto percorrere più di 1500 chilometri in mari a volte agitati per portare a terra i soccorsi, l’equivalente di un viaggio di quattro o cinque giorni. “Stabilire un porto da un porto così lontano mira a mantenere le nostre navi lontane dal Mediterraneo centrale il più a lungo possibile e ad aumentare i nostri costi operativi”, ha affermato Juan Matias Giles, capo missione di MSF.
La nave ausiliaria può salvare solo un’altra volta
Un’ulteriore complicazione per le organizzazioni umanitarie è che ora possono effettuare solo un’operazione di salvataggio e poi devono dirigersi direttamente verso il porto assegnato.
È questa una delle principali disposizioni del nuovo “codice di condotta” per le imbarcazioni di soccorso private, adottato dal governo di estrema destra di Giorgia Meloni tra Natale e Capodanno.
I regolamenti spiegano anche il numero relativamente esiguo di migranti a bordo delle navi “Ocean Viking” e “Geo Barents”. Durante questo periodo, le navi delle ONG effettuano spesso diverse operazioni di salvataggio prima di attraccare solitamente in un porto del sud Italia dove viaggiano centinaia di migranti.
Un’altra disposizione del codice prevede che i migranti debbano indicare in quale paese desiderano chiedere asilo una volta soccorsi. Pertanto, il governo italiano sta cercando di aggirare l’accordo di Dublino, che prevede che il paese in cui si mette piede per la prima volta sul suolo dell’UE sia responsabile delle procedure di asilo.
L’equipaggio che non rispetta il codice rischia una multa di 50.000 euro; se succede di nuovo, la nave può essere sequestrata. Per Giorgia Meloni e la sua coalizione di governo di estrema destra, i soccorritori privati sono un “fattore di attrazione”, nel senso che la loro presenza incoraggia i migranti a compiere la pericolosa traversata del Mediterraneo.
Anche la Guardia Costiera salva le persone, senza intoppi
Questa teoria si è dimostrata traballante in passato, e anche il numero di rifugiati durante le prime due settimane dell’anno è contraddittorio. Nonostante le massicce vessazioni delle ONG, il numero di boat people che arrivano in Italia è salito alle stelle.
Al 12 gennaio sono sbarcati in Italia più di 3.000 migranti, un aumento di dieci volte rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Circa il 90 per cento di loro ha effettuato la traversata da solo, molti dei quali sono stati soccorsi dalla Guardia Costiera e dalla Marina Militare italiana. Dopo l’operazione di salvataggio, le loro navi sono state autorizzate a fermarsi nei vicini porti della Sicilia meridionale, della Calabria e della Puglia.
I sindaci socialdemocratici di Ancona, Ravenna e Livorno sono gentili con il cattivo gioco: “Prendiamo atto che Ancona è ormai un porto sicuro per i profughi – non abbiamo lamentele e faremo la nostra parte per prenderci cura dei profughi”, spiega Valeria Mancinelli, sindaco Ancona.
Tuttavia, gli sembrava alquanto poco plausibile che i migranti, che comunque sarebbero stati distribuiti in tutto il Paese dopo lo sbarco, dovessero prima essere costretti a fare un viaggio via mare di 1.500 chilometri.
Il sindaco di Livorno Luca Salvetti ha detto ironicamente che deve essere “un caso” che tutti i nuovi rifugi siano stati allestiti da sinistra. Adesso aspetta che in questa lista compaiano La Spezia, Genova, Venezia e Trieste, che hanno governi di destra. Finora Salvetti ha atteso invano.
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