Gli oppositori del governo del primo ministro Benjamin Netanyahu sono scesi in piazza per nove settimane per esprimere la loro disapprovazione per le proposte di riforma della giustizia. Ciò ha notevolmente limitato i poteri di supervisione della Corte suprema e rafforzato il controllo politico sulla nomina dei giudici. I critici sottolineano che cambiare il funzionamento della Corte Suprema gioverebbe anche allo stesso Primo Ministro, accusato di corruzione.
La società israeliana Crowd Solutions ha dichiarato che circa 160.000 persone si sono radunate alla principale marcia di protesta a Tel Aviv, mentre altre migliaia sono scese in piazza in altre città israeliane. Secondo informazioni precedenti di The Times of Israel, oggi sono previste manifestazioni in 95 località in tutto il paese.
Il ministro della sicurezza nazionale di destra Itamar Ben Gvir ha definito anarchici i manifestanti a Tel Aviv. Tuttavia, secondo Reuters, le proteste serali a Tel Aviv e altrove sono state pacifiche, a differenza delle proteste all’inizio di questa settimana che si sono trasformate in violenti scontri con la polizia. La polizia ha usato granate flash durante una protesta a Tel Aviv mercoledì.
I sostenitori della riforma giudiziaria sostengono che l’interferenza della Corte Suprema nella politica deve essere limitata. I critici affermano che il piano indebolirà la magistratura, minaccerà le libertà civili e danneggerà l’economia e le relazioni con gli alleati occidentali. Oltre all’opposizione, anche le banche israeliane e il settore tecnologico hanno lanciato avvertimenti. Secondo loro, le riforme potrebbero minacciare le istituzioni civili che contribuiscono alla prosperità del Paese.