Il prodotto interno lordo destagionalizzato dell’Unione europea è rimasto invariato nel quarto trimestre rispetto ai tre mesi precedenti, quando è cresciuto dello 0,3%, secondo i calcoli di Eurostat.
L’attività economica nell’Unione Europea è rimasta stagnante nel quarto trimestre del 2022, e nella zona euro è aumentata dello 0,1%, scivolando in entrambe le regioni al minimo di due anni, secondo le stime preliminari di Eurostat.
Il prodotto interno lordo (PIL) destagionalizzato dell’UE è rimasto invariato nel quarto trimestre rispetto ai tre mesi precedenti, quando è cresciuto dello 0,3%, secondo i calcoli di Eurostat.
Nell’Eurozona è aumentato dello 0,1 per cento rispetto al periodo luglio-settembre, anch’esso aumentato, ma dello 0,3 per cento.
La stagnazione dell’attività nelle due regioni è il risultato più debole dalla fine del 2020, cioè dall’inizio del 2021, secondo un rapporto Eurostat.
Rispetto al quarto trimestre del 2021, l’attività nell’UE è aumentata dell’1,8% e nella zona euro dell’1,9%.
Nel terzo trimestre, le economie a livello dell’Unione Europea si sono rafforzate del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre quelle dell’Eurozona sono cresciute del 2,3%.
Quello grande vacillò
La principale attività economica europea si è indebolita alla fine del 2022, tanto che il PIL della Germania ha registrato un calo dell’attività dello 0,3 per cento rispetto ai tre mesi precedenti che sono aumentati dello 0,5 per cento.
L’economia francese è cresciuta dello 0,1%, la metà della crescita dei tre mesi precedenti. L’economia italiana si è indebolita dello 0,1 per cento rispetto al periodo luglio-settembre, quando era cresciuta dello 0,5 per cento. L’economia spagnola si è rafforzata dello 0,2%, come nei tre mesi precedenti.
Tra i 12 paesi membri per i quali sono disponibili i dati dell’Ufficio statistico europeo, il PIL dell’Irlanda è cresciuto di più, al 3,5%.
I cali trimestrali del PIL sono stati registrati in sei paesi membri, il più grande dei quali è stato in Lituania, che è diminuito dell’1,7 per cento; seguite da Austria e Svezia con una diminuzione dell’attività rispettivamente dello 0,7 e dello 0,6%.
Salta in Irlanda
Negli ultimi tre mesi dello scorso anno, tutti i paesi con dati disponibili per Eurostat hanno registrato una crescita annuale dell’attività, ad eccezione di Svezia e Lituania, che sono diminuite rispettivamente dello 0,6 e dello 0,4%. La più forte crescita dell’attività osservata è stata in Irlanda, del 15,7%, seguita dal Portogallo con una crescita del PIL del 3,1%, e da Austria e Spagna, dove il PIL è aumentato del 2,7%.
La Spagna ha registrato la crescita più forte nel gruppo “grande”. Al secondo posto l’Italia con un tasso di crescita dell’1,7 per cento, al terzo la Germania con l’1,1 per cento.
L’attività in Francia, la seconda economia più forte della zona euro, è cresciuta la più debole del gruppo, di appena lo 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2021, secondo i dati Eurostat.