Una madre è una donna, un padre è un uomo, in Italia c’è consenso su questo, anzi. Ma una donna può essere anche padre?
Una coppia lesbica, genitori di una figlia, si è aggiudicata in un tribunale civile romano il diritto di non far più leggere “padre” e “madre” sulla carta d’identità del figlio come oggi, dopotutto erano entrambe donne. Ma la definizione neutrale rispetto al genere di “genitore” – per essere più precisi: “genitore 1” e “genitore 2”. Ora devono rilasciare una carta d’identità elettronica presso un ufficio anagrafico di Roma, cosa che il software non consente nemmeno. E chissà, forse sarà utile adattarlo completamente ai tempi moderni. Forse questo giudizio individuale ha le carte in regola per creare un precedente.
La madre biologica ha avuto un figlio attraverso l’inseminazione artificiale, il suo compagno l’ha adottata dopo un lungo processo attraverso le autorità, entrambi vivono in un’unione registrata. “Nostra figlia è cresciuta con due madri”, hanno detto. In “Famiglia arcobaleno”, come dicono gli italiani, la famiglia arcobaleno. I giudici sono pragmatici nel loro ragionamento. Hanno rilevato che i documenti di viaggio che, come in questo caso, attribuiscono la paternità a una compagna, anche se donna, sono apertamente sbagliati e violano anche il diritto internazionale.
La sentenza ha fatto scalpore e, naturalmente, ha avuto a che fare principalmente con la politica e l’ideologia. L’identica destra reazionaria cattolica si è indignata, la sinistra ha trionfato.
L’Italia è effettivamente avanti, ma nel 2019 Matteo Salvini ha avviato una controriforma
L’Italia è tipicamente andata oltre su questo tema: nel 2015, il governo progressista dell’epoca ha introdotto che il nome “parents”, cioè “genitori”, sia anche in inglese: “parents” compare sulle carte d’identità dei bambini. In modo che la famiglia arcobaleno non si senta esclusa. Nel 2019, Matteo Salvini della Lega populista di estrema destra, allora ministro dell’Interno, riteneva che la cosiddetta “famiglia naturale” dovesse essere preservata e basarsi sul “legame tra uomo e donna”. . Ha emesso un decreto legale, sulle carte d’identità i “genitori” sono diventati di nuovo “padre” e “madre”. Una controriforma.
Dopo il nuovo verdetto, Salvini ha twittato: “Padre e madre sono le parole più belle del mondo. Quelle parole dovrebbero essere illegali e discriminatorie? Non ho niente da dire, ma davvero”. L’ufficio del primo ministro italiano di destra Giorgia Meloni ha intanto affermato che l’ordinanza del tribunale sarà studiata con estrema cautela, poiché vi sono una serie di aspetti burocratici e tecnici da considerare. Ad esempio, non è chiaro cosa sia successo quando la polizia ha condotto un controllo di identità e non è stato immediatamente chiaro dal KTP chi fossero la madre e il padre.
Sì, a volte la realtà è un po’ più complessa, più colorata. La stessa Meloni, indubbiamente una donna davanti a Dio, insiste di non essere chiamata il Presidente del Consiglio, cioè “La Presidente del Consiglio”, ma un uomo: “Il Presidente del Consiglio”. Lo dice formalmente, in ogni comunicato e su ogni carta intestata. Se solo la polizia non venisse mai a cercare un uomo.