La scorsa estate, durante un incontro del partito di destra Vox tenutosi a Madrid, il leader del partito Fratelli d’Italia (Fratelli d’Italia) e candidata alla carica di primo ministro d’Italia, Giorgia Meloni, ha tenuto un discorso inimitabile.
Ha poi parlato dei diritti degli spagnoli e degli italiani, della famiglia e dei suoi valori, della cultura e dell’educazione. Ha messo in guardia contro i terroristi islamici, le richieste eccessive da parte dei membri della comunità LGBT e un’invasione di migranti. Cita di più su ciò che rappresenta, cosa lo infastidisce e cosa dovrebbe essere vietato in un paese “normale, europeo, sovrano e popolare”, come dovrebbero essere la Spagna e l’Italia.
Così eccitata e in fermento, la Meloni ha iniziato ad agitare le braccia e ad urlare a squarciagola in spagnolo, ripetendo le battute: “Sono Giorgia, moglie, madre, cristiana e italiana”. La folla riunita, migliaia di persone presenti all’evento, lo ha applaudito a gran voce. Sorrise soddisfatto.
La registrazione, in realtà la parte in cui il leader del partito che ottiene più voti alle elezioni parlamentari in Italia e dove urla, è stata poi trasformata in un remix sul canale YouTube. Esiste anche una versione remixata in italiano che conta milioni di visualizzazioni e che ho ascoltato sporadicamente nei giorni precedenti le elezioni, per convincermi finalmente della situazione politica del Paese. Nonostante mi aspettassi la vittoria della coalizione di destra di Meloni alle elezioni che si sono svolte domenica 25 settembre, non è stato facile per me ascoltare la notizia di dopodomani.
Melone e la voce di uno sconosciuto
Ho votato per la prima volta in un’elezione in questo paese. Certo, niente, visto che i governi sono cambiati negli ultimi quattro anni, solo tecnicamente. In precedenza si sono svolte le elezioni del 2018 dove non ho potuto votare perché non sono cittadino italiano. Fu allora che si videro i primi segni di leadership gentile da parte delle correnti politiche di destra, poi colluse con il movimento civico popolare Movimento 5 Stelle.
Da due anni sono cittadino italiano, come i miei vicini turchi, dal quarto piano. Anche se vive qui da più di vent’anni, parla piuttosto male l’italiano, ma è riuscito a dirmi che ha scelto la Meloni. L’ho incontrato al seggio elettorale della nostra zona. Tutti erano entusiasti, perché pensavo che anche lui votasse per la prima volta, mi disse che era “brava e intelligente”.
Poi mi ha mostrato un video sul profilo Instagram del leader che aveva appena scelto. Giorgia Meloni ha tenuto in mano due grossi meloni e ha chiesto ai cittadini di votare. I meloni sono chiamati meloni in italiano. Al plurale melon è “melon”, che è il cognome femminile più diffuso in Italia. Quindi non mi sembra strano che stia usando questo frutto preferito da tanti italiani, ma anche da tanti stranieri che votano.
Storica vittoria della coalizione di destra
Durante il mio caffè mattutino, ho ascoltato i commenti alla radio di un’ascoltatrice più anziana che diceva di essere soddisfatta dei risultati elettorali, ma che una donna non ha davvero bisogno di essere primo ministro. Altri hanno criticato disperatamente il ritorno del fascismo, mentre i giornalisti lo hanno confortato con le parole che i tempi e le ideologie sono cambiate.
Consolazione o meno, il fatto è che dopo la seconda guerra mondiale e il crollo del regime fascista di Benito Mussolini, l’Italia avrà per la prima volta un governo di coalizione di destra e, allo stesso tempo, forse la prima donna nel posizione. Primo ministro.
Dopo aver annunciato i primi risultati di un’elezione in cui avevano diritto di voto circa 51 milioni di italiani, Meloni ha affermato con orgoglio che il suo partito governerà per tutti e non tradirà la fiducia del popolo.
“Stiamo scrivendo la storia. Gli italiani lanciano un messaggio chiaro a sostegno del governo di destra guidato da Fratelli d’Italia. Siamo pronti a risollevare l’Italia”, è stata la sua prima dichiarazione, mentre riflettevo su come intende risollevare Italia e contro chi.
Sinceri dubbi e complimenti
Sebbene Meloni abbia attenuato la sua immagine e non gli piaccia essere associato al suo passato fascista, guida comunque un partito radicato nel movimento del dopoguerra nato dal partito di Benito Mussolini.
Quella mattina sono arrivate congratulazioni da tutto il mondo. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si è congratulata con il candidato premier, ma ha anche espresso dubbi sul possibile crollo dei principi democratici del Paese.
Matteo Salvini, leader del partito di estrema destra leghista e suo partner di coalizione che potrebbe formare con lui un governo, ha risposto alle congratulazioni. Ha accusato la presidente von der Leyen dei commenti, che ha definito “vergognosa arroganza”.
Le più sincere sono state le congratulazioni giunte da Ungheria, Polonia, Spagna e Francia. Leader e politici che sostengono le politiche di Giorgia Meloni, in quel tumulto di emozione e voglia di futuro, parlano della sua forza, della sua intelligenza, della sua determinazione, della donna che alla fine il popolo sceglie.
Stavo bevendo un caffè e ripensando alla mia vicina del quarto piano, a quanto è davvero felice e a cosa porterà a lei e a me una vittoria dell’estrema destra nel “nostro” paese, perché anche noi siamo persone.
Programmi di cui nessuno si fida più
Alla fine di maggio di quest’anno, mentre Mario Draghi era ancora al potere, una foto del nostro futuro presidente del Consiglio e dei suoi alleati politici, a cena agli Oscar, ha colpito le prime pagine di tutti i giornali.
Ero anch’io agli Oscar, ma in incognito e sotto la copertura del segreto giornalistico, quando ho scritto del suo ristorante in centro a Milano, che glorifica e celebra Benito Mussolini e il fascismo.
Dopo molte critiche ricevute dai leader dell’opposizione, soprattutto da correnti politiche di sinistra a causa della cena, Meloni si è difeso dicendo che a nessuno dovrebbe interessare in quale ristorante ha mangiato, tantomeno ai politici che guidano l’Italia. rovinare.
Mentre cenava con colleghi e amici al ristorante, si sentiva che l’allora presidente del Consiglio del Paese, Mario Draghi, non sarebbe stato via a lungo.
Il governo è caduto a luglio e la caduta è stata accolta con favore da Fratelli d’Italia e dai loro partner di coalizione. I partiti di sinistra e di centro si concentrano esclusivamente sull’impedire alla destra di prendere il potere, offrendo agli elettori un programma politico senza cambiamenti. Un programma senza una visione chiara e un accordo reciproco. Un programma di cui nessuno si fida più, nemmeno i miei vicini turchi.
Le opinioni espresse in questo testo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale di Al Jazeera.