“La Tunisia è collegata all’Unione Europea attraverso la geografia e la maggior parte della storia, condividiamo interessi strategici”. Con queste parole ha accolto, secondo una casa di stampa araba Al Jazeera La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha firmato un memorandum tra la Commissione europea e la Tunisia, la cui essenza era limitare il flusso di migranti dall’Africa subsahariana all’Europa meridionale.
Non è solo il server Politico ha definito l’accordo una grande vittoria per la diplomazia di Bruxelles. L’UE cerca da anni di stringere accordi simili con paesi chiave, praticamente dall’inizio della crisi migratoria nel 2016.
E la Tunisia è uno degli attori più importanti, insieme alla Libia, ancora dilaniata da una lunga guerra civile. Dal suo porto decine di migliaia di profughi, soprattutto provenienti dagli stati centrafricani, partono per l’Europa su fragili imbarcazioni.
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Tuttavia, prima di firmare l’accordo domenica, i negoziatori europei dovranno affrontare una serie di dilemmi. La loro controparte è il presidente tunisino Said Kaís, che i politici occidentali accusano di uno stile di governo autoritario e di repressione dell’opposizione antidemocratica. L’obiettivo è stato raggiunto anche con una somma finanziaria considerevole, l’UE ha promesso alla Tunisia un totale di 1,1 miliardi di euro (circa 26 miliardi di corone in conversione) per vari progetti.
La maggior parte del denaro dovrebbe essere destinata al rafforzamento dei controlli alle frontiere terrestri della Tunisia, in particolare con la Libia e l’Algeria. La maggior parte di loro attraversava un deserto disabitato e lunghi tratti erano completamente incustoditi. I fondi sono anche destinati a migliorare l’equipaggiamento della polizia e dell’esercito tunisino nella lotta alle bande di contrabbandieri.
Tuttavia, una parte dell’aiuto finanziario europeo andrà ad aree non direttamente legate alla migrazione, come l’istruzione o lo scambio di studenti. Decine di milioni di euro saranno utilizzati anche per “assicurare la stabilità macroeconomica” – in altre parole, questo denaro dovrebbe aiutare a prevenire il crollo dell’economia in decomposizione tunisina.
Aiuto in arrivo per l’Italia?
Sperano di migliorare la situazione con l’immigrazione clandestina, soprattutto in Italia, nel cui territorio finisce la maggior parte dei rifugiati che navigano su fragili chiatte dai porti tunisini. L’isola italiana più vicina, Pantelleria, dista meno di 100 chilometri dalla costa tunisina. Questo è il motivo per cui, oltre a von der Leyen, il premier italiano Giorgia Meloni (e il premier olandese uscente Mark Rutte) hanno partecipato alle trattative e alla firma dell’accordo con la Tunisia.
Secondo il ministero dell’Interno italiano, nella prima metà di quest’anno sono arrivati sulle coste italiane più di 75.000 rifugiati. Si tratta di un aumento di oltre due volte rispetto al 2022 (31.900). Non tutti però riescono a portare a termine il pericoloso viaggio e ogni anno centinaia di profughi annegano nelle acque del Mar Mediterraneo.
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