L’approccio retrospettivo della BCE contribuirà alla sua credibilità?
Oggi segna esattamente un anno da quando la Banca Centrale Europea ha iniziato il suo ciclo di inasprimento della politica monetaria. L’uscita della BCE dai tassi negativi, che ha mantenuto per otto anni, è stata seguita da un ciclo di rialzi dei tassi più del previsto, di ben 400 punti base. Inoltre, la stessa banca centrale ha segnalato di non averlo ancora fatto – a causa dell’andamento insoddisfacente dell’inflazione – e di voler alzare i tassi di interesse.
Ricordiamo che la BCE ha iniziato ad aumentare i tassi di interesse a metà dello scorso anno come una delle ultime banche centrali, ripetendo ostinatamente il mantra che gli shock inflazionistici sono solo temporanei (offerta), che può essere definita l’eccezione senza grossi problemi. Tuttavia, questo errore di valutazione ha portato la BCE molto indietro rispetto alla curva, motivo per cui alla fine è stata costretta ad aumentare bruscamente i tassi di interesse. Quest’anno, la BCE ha ulteriormente approfondito il livello di restrizione monetaria lanciando un programma di restrizione quantitativa (QT), anche se, come abbiamo scritto in precedenza, nel caso di paesi come l’Italia, la BCE sta ancora acquistando obbligazioni (QE).
Attualmente, la BCE rimane una delle banche centrali più aggressive. Sebbene l’inflazione complessiva nell’eurozona sembri in calo, la banca centrale è molto preoccupata per la lentezza delle sue componenti principali. È chiaro dal comportamento della BCE che non può permettersi di commettere altri errori, semplicemente perché si è sbagliata troppe volte sull’inflazione negli ultimi anni. È per questo motivo che la BCE pone più enfasi sull’inflazione realizzata (core) come guida per l’impostazione della politica monetaria che sulle prospettive di inflazione in sé.
Questo approccio retrospettivo aiuterà la BCE con la sua credibilità. Tuttavia, è anche un approccio rischioso, che aumenta la probabilità di errori politici, quando la banca centrale potrebbe ancora una volta rimanere indietro rispetto alla curva, grazie all’inerzia della politica monetaria al lavoro. La BCE sembra essere consapevole di questi rischi, ma ciò non le impedirà di aumentare il tasso sui depositi di altri 25 punti base la prossima settimana e quindi di terminare il suo ciclo di inasprimento della politica monetaria del 4,0% alla riunione di settembre.