Secondo il Daily Mail, l’Inter è “senza speranza” nella finale di Champions League contro il Manchester City e se non si dovrebbe prestare troppa attenzione ad alcuni tabloid britannici “gialli”, va notato che anche la Gazzetta dello Sport ha definito la partita di sabato (10/06) a Istanbul una “missione impossibile” per gli azzurrini. C’è anche qualche dibattito sul fatto che questa sia, almeno sulla carta, la più grande differenza di potenza e discrepanza che abbiamo mai visto in questa fase della competizione.
In Italia, tutti, da Fabio Capello ad Antonio Cassano, hanno riconosciuto che il City era la squadra migliore e nettamente favorita per la vittoria del trofeo. In Inghilterra, Jamie Carragher afferma che l’Inter è “un livello al di sotto” dei suoi rivali a caccia di treble, mentre Michael Owen è irremovibile sul fatto che nessuno della squadra di Simone Inzaghi sarà nella formazione titolare di Pep Guardiola.
Quindi abbiamo sicuramente, da un lato, un grande favorito con molta pressione per dimostrarlo sull’erba e, dall’altro, un outsider decisamente meno stressato, perché non ha niente da perdere, solo vincere. Quindi possiamo giustamente dire che l’Inter a volte vive un po’ più rilassata. Tuttavia, la domanda è questa. Provava qualche paura? Se qualcuno dice di no, sta mentendo. Dopotutto, chi dormirà bene su “Piano Gentile”, quando sa che troverà la sua partita, Kevin De Bruyne, Ilkay Gundogan ed Erling Holland? L’hai fatto!
La verità è che c’è … una tranquilla fiducia in se stessi per “neratzuri”. Hanno sfidato le probabilità in passato e comprensibilmente non vedono alcun motivo per cui non potrebbero farlo di nuovo. Ricorda, nessuno si aspettava che si qualificassero dal loro gruppo. Dopo aver pareggiato con Bayern Monaco e Barcellona, si pensa che l’obiettivo più realistico dell’Inter sia la qualificazione all’Europa League. Tuttavia, sono stati tutti respinti.
D’altronde il City è la prima squadra del pianeta e questo non lo possono negare nemmeno i… nemici “azzurri” del Manchester. Tutti si inchinano alla flotta di Pep. Loro stessi conoscono un senso di superiorità, lo lasciano solo in fondo alla loro mente, per non trasformarsi in orgoglio. Come sai, l’orgoglio e l’arroganza, con precisione matematica, portano a dure punizioni, chi cavalca un bastone …
Dopotutto, la finale è sempre la finale. Nel doppio l’Italia potrebbe non avere scampo, ma nel singolo tutti gli scenari sono sul tavolo. Se la finale fosse stata giudicata in base alle statistiche e alle prestazioni individuali, i dirigenti UEFA avrebbero dovuto impacchettare il trofeo per il Manchester.
Ma questo non accade nel calcio vero. Lì, nei secoli, i due gruppi, con i loro pro e contro, combatteranno e verseranno sudore, sangue e lacrime, così che alla fine uno si alzerà e alzerà al cielo la coppa con le “grandi orecchie”.