In Italia il vento politico continua a soffiare da destra, come in altri Paesi europei. I commentatori stanno ora discutendo se il secondo e ultimo turno delle elezioni locali di Pentecoste sia ancora facile o sia andato storto. Quel che è certo è che l’estrema destra, che dallo scorso autunno governa anche l’intero Paese, ha vinto quasi ovunque.
Cinque dei sette capoluoghi di provincia che si sono candidati hanno vinto i diritti, alcuni hanno vinto. Catania e Ragusa si erano già innamorate di lui al primo turno. La sinistra è stata profondamente ferita avendo perso la sua tradizionale roccaforte ad Ancona. Ciò rimane per la sua Vicenza – dove il candidato quasi vincente, il socialdemocratico moderato Giacomo Possamai, ha recentemente chiesto in modo caratteristico alla sua leadership di partito di rimanere fuori dalla campagna elettorale. Nell’ex città rossa della Toscana è stato confermato il reggente del partito di destra insediatosi cinque anni fa; basta parlare di elezioni di protesta una tantum.
Il modello italiano potrebbe costituire un precedente
L’analisi delle elezioni punta subito al resto d’Europa e alle elezioni europee del 2024. La destra generalmente si vede in ascesa. Il modello italiano, secondo il quale Forza Italia conservatrice e Lega populista di destra (dovrebbero) formare una coalizione con Fratelli d’Italia in parte apertamente postfascista del primo ministro Giorgia Meloni per governare, può essere attuato.
Nel breve periodo, le votazioni di domenica e lunedì mettono in discussione la nuova leadership del partito socialdemocratico Partito Democratico (PD). È sorprendente che in un paese in cui molti politici parlano molto di niente da dire, il leader del PD Elly Schlein, 37 anni, non ha usato mezzi termini e ha chiaramente ammesso la sconfitta. Il politico emergente, che ha conquistato la leadership del partito solo la scorsa primavera in una campagna contro il moderato “Realo”, è considerato un grande talento della politica italiana. Ha rilanciato il suo PD e ha portato il partito sempre più a sinistra, ma ha perso diversi notabili che non erano pronti a percorrere questa strada. Ormai deve rendersi conto che con questo corso è riuscito principalmente a trattenere un giovane elettorato progressista, ma finora non è riuscito a conquistare la maggioranza nel Paese.
“Non puoi vincere da solo”, ha detto il socialdemocratico Schlein
Lo stesso Schlein aveva identificato il colpevole: l’altro lato dello spettro a sinistra. “Non puoi vincere da solo”, ha detto, e questo era rivolto in particolare all’ex primo ministro Giuseppe Conte, che ora guida il partito al governo del Movimento Cinque Stelle e non vuole inchinarsi ai più grandi socialdemocratici. In generale, la sinistra ha spesso marciato separatamente, mentre tre partiti di destra si sono uniti quando necessario e si sono accordati su un unico candidato.
Il grande vincitore delle elezioni è stato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La sua Fratelli d’Italia sta andando molto bene, dando alla Meloni un ulteriore vantaggio nella battaglia con i suoi compagni di coalizione. Sono finiti i giorni in cui altri due leader di partito, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, dovevano mollare immediatamente il collega inesperto.
Invece ora si presume che la Meloni aumenti il ritmo, soprattutto contro il leader leghista, Salvini. Forza Italia al momento non è protagonista in campo perché è gravemente malato il padre Berlusconi, che non è ancora disposto a lasciare la guida del partito. La Meloni porta avanti un progetto di modifica costituzionale con l’obiettivo di rafforzare la carica di capo del governo, che potrà poi essere eletto direttamente dal popolo.