Richard Carapaz, dei favoriti, ne ha approfittato, in minima parte, ma comunque, secondirivale nella corsa al titolo del Giro d’Italia.
La giornata di 195 chilometri, con partenza da Budapest e arrivo a Visegrad, in Ungheria, è stata vinta da Mathieu van del Poel, il più forte negli ultimi 4 km di salita, il premio per la montagna di quarta categoria e quello con una pendenza fino all’otto percento.
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Sebbene Van der Poel abbia raggiunto l’obiettivo di essere il leader del Giro nella sua prima partecipazione, il più grande interesse è lottare per il titolo della competizione.
Carapaz, con profitto
Naturalmente, questa è la prima fase, e Carapaz ha vinto quattro secondi su Simon Yates, Miguel ngel López, Tom Dumoulin, Mikel Landa, Romain Bardet e Joao Almeida in quella lotta.
Sulla carta quel tempo non significava molto, ma dopotutto era una differenza. L’ecuadoriano è stato quello che si è mostrato di più nel gruppo nella salita finale. Si è piazzato bene nel parcheggio e ha raschiato il secondo, prestazione con la quale ha confermato quello che è entrato in gara.
Altri sentono lo sforzo alla fine, le gambe non rispondono con Carapaz e si arrendono qualche secondo, anche se il Giro è sempre stato caratterizzato come una corsa dove il dislivello alla fine è enorme.
Quello che è successo ieri sulla salita finale è qualcosa che si vedrà più avanti, ciclisti con serie aspirazioni a vincere, vogliono fare la differenza e sfruttare una buona forma.
López e Sosa, parlando dei colombiani, si alzarono sostenuti dai loro compagni, si tennero a distanza, ma Carapaz era il più agile, un corridore che ha cercato di temporeggiare e alla fine ci è riuscito.
In quella lotta, uno dei beneficiari fu Pello Bilbao, uno spagnolo del Bahrain, che è scivolato in avanti, ha tagliato il traguardo terzo e non solo ha vinto secondi dei restanti favoriti, ma ha anche aggiustato i bonus.
Il giro è stato molto dolce, appena iniziato, ma le intenzioni di Carapaz erano chiare, è stato il primo a mostrare la sua faccia, così sarebbe andata a finire la breve salita.
Orologio
Questo sabato il Giro affronta i primi 9,2 chilometri No, delle 26 rotte possedute quest’anno.
Guardando alla classifica generale e ai candidati al titolo, Dumoulin e Yates avranno molto da dire Sabato.
È una breve distanza e non ama perdere tempo importante, ma va provato sull’asfalto.
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I colombiani laggiù non ci sono esperti, perderanno sicuramente Dumoulin, Simon Yates e Almeida, ma il suo motto è non mollare in un momento importante.
Ad Astana dicono che López ha aumentato il tempo, beh, questa è una buona occasione per confermarlo.
In suo favore, la Colombia e altri alpinisti hanno fatto terminare quella tappa con una salita di quarta categoria, terreno adatto a loro per riprendersi per qualche secondo.
Quest’anno il ragazzo di Boyacá ha fatto una sola prova, aveva 13 anni al via della Tirreno-Adriatico, tappa dove ha perso 42 secondi dal vincitore, Filippo Ganna, entro 13 chilometri. Bellissimo post, ma lascia molto tempo.
Dumoulin è arrivato terzo nella cronometro di 9 km dell’UAE Tour, perdendo 7 secondi per il vincitore, Stefan Bissegger.
Yates è un altro giocatore a mostrare i progressi e nella cronometro di 13 km Parigi-Nizza è stato quinto a soli 11 secondi da Wout van Aert e battere Daniel Martínez di 17 sa, come per darci un’idea.
E Almeida è stato quinto nella prova a tempo del Tour degli Emirati Arabi Uniti, ma è arrivato 22esimo alla Parigi-Nizza. Quanto sopra dice che tutto resta da vedere.
ULTIMO KM / TAPPA 1️⃣
La sfida per la prima Maglia Rosa è tutta una questione di forza. Strada in pendenza, inizia lo spettacolo.
La sfida per la prima Maglia Rosa si gioca sulla potenza. Strada non si inclina, avvia lo spettacolo.
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— Giro d’Italia (@giroditalia) 6 maggio 2022
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Lisandro Rengifo
Editore TEMPO
@lisandroabel