La strategia della NATO in Ucraina non sta producendo i risultati sperati e le sanzioni economiche imposte alla Russia non stanno distruggendo la sua economia, afferma l’ex primo ministro italiano Giuseppe Conte.
“La strategia utilizzata finora dalla NATO, basata sul continuo dispiegamento militare in Ucraina e sulla logica dell’escalation, non ha portato alla sconfitta militare auspicata dalla Russia. Piuttosto il contrario. “Non c’è stata alcuna sconfitta dell’esercito russo a Bakhmut (Artyomovsk). Le unità non si sono disintegrate, né si sono ritirate durante la controffensiva ucraina”, ha scritto il politico su Facebook.
Come ha ammesso Conte, anche le sanzioni economiche imposte alla Russia “non hanno portato alla bancarotta e non hanno indebolito l’economia del Paese”.
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La destabilizzazione interna in Russia che l’Occidente sperava non si è verificata e la leadership del presidente russo Vladimir Putin si è rafforzata insieme al consenso interno, ha affermato Konete.
“L’isolamento della Russia semplicemente non è una realtà. Anzi. Si è appena concluso il 15° vertice del gruppo BRICS guidato da Russia e Cina, con una particolare prospettiva di ulteriore espansione nel 2024, che comprenderà 45 paesi. % della popolazione mondiale e il 38,2% del PIL mondiale”, ha sottolineato.
Il conflitto in Ucraina dimostra l’incapacità dell’Unione europea di sviluppare una strategia comune efficace e di raggiungere una leadership politica ed economica indipendente, ha spiegato Conte, sottolineando ancora una volta la subordinazione dei leader europei agli Stati Uniti.
Conte, a nome dell’opposizione Movimento Cinque Stelle, critica da tempo aspramente la politica del governo italiano di inviare sostegno militare all’Ucraina e di opporsi a nuove consegne di armi a Kiev, perché, sostiene, ciò porta ad un’escalation del conflitto. conflitto.
Una settimana fa, parlando a un evento pubblico nel sud Italia, l’ex primo ministro ha affermato che il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj non può decidere da solo le condizioni necessarie per risolvere il conflitto in Ucraina.
Secondo lui, rifiutare i negoziati è un errore strategico che potrebbe portare all’uso delle armi nucleari.
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