Giornalista esperto e figlia del compianto Enrico Berlinguer ha visto il suo programma sul canale Rai declassato dal governo per aver deviato dalla “linea centrale” della copertura mediatica della guerra in Ucraina
La copertura della guerra in Ucraina e le trasmissioni televisive che cercavano di analizzare le operazioni militari russe iniziarono ad essere associate, in Italia, a problemi sostanziali.
Secondo la stampa, sarà quasi sicuramente “proiettato” uno dei talk show televisivi più seguiti di contenuto politico, “Carta Bianca”, che va in onda ogni martedì sul canale pubblico di Rai Tre.
La conferma ufficiale da parte dell’amministrazione televisiva pubblica del Paese deve ancora arrivare, ma la maggior parte dei commentatori prevede che il capitolo finale dello spettacolo sia già stato scritto. La conduttrice di “Carta Bianca” è una delle più famose giornaliste italiane, Bianca Berlinguer, per molti anni direttrice giornalistica di Rai Tre e figlia del massimo rappresentante dell’eurocomunismo, l’ex segretario del Partito Comunista Italiano, Enrico Berlin.
Tuttavia, nonostante la sua forte carriera e cognome, in questa fase ci sono ostacoli che, a quanto pare, sono impossibili da superare. Il suo spettacolo presenta punti di vista che si discostano dalla copertura tradizionale della guerra. E il riferimento principale è il sociologo, specializzato in terrorismo e guerra, Alessandro Orsini, che insegna all’Università privata Luiss, nella capitale.
È uno scienziato che cita opinioni che “scuotono l’acqua” e provocano, allo stesso tempo, reazioni violente. Orsini ha affermato che “ci stiamo muovendo rapidamente verso la terza guerra mondiale” e che “più paesi confinanti con la Russia aderiscono alla NATO, più è probabile che si verifichi una catastrofe nucleare, perché gli interessi della NATO in questa fase sono contrari agli interessi umanitari”.
Inizialmente, lo show di Berlinguer offriva ai professori duemila euro a settimana per commentare le operazioni militari in Ucraina e la più ampia situazione geopolitica. Alla fine, però, la dirigenza Rai ha “congelato” la proposta, dicendo che gli esperti che hanno preso parte alla trasmissione di attualità non dovrebbero essere pagati. Orsini, dal canto suo, ha deciso di continuare a partecipare al “Libro bianco”, ma gratuitamente.
Allo stesso tempo, i membri della commissione del Parlamento italiano sugli indizi di sicurezza, anche se “non possono parlare ufficialmente”, che è in corso un’indagine per stabilire se si tratti di una spia russa.
Va sottolineato, ovviamente, che si tratta di un nuovo “personaggio televisivo”, che ha diviso in modo significativo gran parte dell’opinione pubblica del Paese. Perché ha affermato che “i bambini possono vivere felici in un paese dittatoriale” e che “Hitler era responsabile della seconda guerra mondiale ma, all’inizio – cioè nel 1939 – non voleva che la guerra si intensificasse”.
In tutti questi climi, le voci sull’interruzione o la retrocessione dell’evento che lo ha ospitato si sono sommate. Secondo quanto riferito, l’amministratore delegato della Rai Carlo Fuertes avrebbe detto ai suoi colleghi che la formula del “talk show” era obsoleta e non serviva alla missione generale della televisione pubblica.
Come previsto, però, la polemica televisiva è stata trasferita nel regno della pura politica. I Cinque Stelle e la Lega (che sono scettici sulle spedizioni di armi in Ucraina) sostengono apertamente il proseguimento dello spettacolo e sottolineano che in questa fase critica è necessario quanto più pluralismo possibile.
Orsini, invece, lamentava di volerlo zittire e calunniarlo, mentre Bianca Berlinguer respingeva ogni proposta di trasferimento o indebolimento della “Carta Bianca”. Allo stesso tempo, la maggior parte degli italiani sta ancora cercando di capire dove cercare – per quanto possibile – informazioni obiettive. La sensazione è che con l’intensità e la polarizzazione che la guerra ha portato, i problemi preesistenti stiano crescendo e inizino a portare a un conflitto di “contenuti politico-televisivi” senza precedenti.