Si pensa che Draghi abbia le migliori possibilità di essere eletto primo ministro ed economista. “Il mio stesso destino non è importante, non ho ambizioni particolari. Sono un uomo, se vuoi, un nonno, al servizio delle autorità”, si dichiarò.
Il potere del presidente, eletto per sette anni, è solitamente simbolico. L’eccezione è la crisi, che però l’Italia ha vissuto molto. Ma la terza economia dell’UE è ancora in difficoltà finanziarie.
Draghi ha dimostrato di essere il suo manager della crisi. Ha affrontato per la prima volta le questioni dell’eurozona come capo della Banca centrale europea. Successivamente i partiti italiani lo elessero primo ministro per unificare il governo e l’economia nazionale.
La sua mossa come primo ministro ha portato ottimismo alla carica di governo. Ma con la fine della sua carica di primo ministro, l’intero governo potrebbe finire, il che porterebbe a elezioni generali anticipate. Una coalizione di maggioranza e politiche diverse mancherà di un elemento unificante.
“Sarà necessario trovare qualcuno con un’influenza simile che possa unire tutte le forze politiche. Ma una persona del genere non esiste”, analizza la giornalista Domani Daniela Preziosiová.
Berlusconi è al secondo posto
I partiti di destra sosterranno il magnate dei media e degli affari Silvio Berlusconi, che può trarre vantaggio dalle relazioni dietro le quinte. Ma rimane secondo nella stima. Il tre volte primo ministro ha avuto una carriera di successo e scandalosa.
“E’ stato condannato ed espulso dal parlamento. Quindi, per tutti questi motivi, sta fondamentalmente cercando una qualche forma di ritorsione. Vuole che l’Italia riconosca la sua importanza e il suo ruolo nella storia del Paese”, ha pensato il politologo Giovanni Orsina di Berlusconi.
Anche il ministro della Giustizia Marta Cartabia, che potrebbe diventare la prima donna alla presidenza, cerca opportunità.