Alexis Tsipras ha lanciato un feroce attacco al governo sia per affrontare la crisi energetica che per la nuova legge sul clima.
“I governi si stanno muovendo in una direzione che vuole che la crisi climatica come lo è stata con la crisi energetica sia una grande opportunità non per la società, ma per accumulare profitti per le imprese e le élite e causare un nuovo ciclo generale di entanglement sotto gli auspici di un corrotto e regime socialmente indolore” ha affermato Alexis Tsipras, intervenuto nella discussione del disegno di legge.
Riferendosi all’imposizione di una tassa sui super profitti, Tsipras ha accusato il governo di “la grande preoccupazione è come mostrerà meno super profitti cucinando in modo che i cartelli energetici diventino prelibati”.
In merito agli emendamenti riguardanti il sostegno finanziario fino a 600 euro e la tassazione dei superprofitti, ha commentato che “si piangerà molto in bolletta perché la gente aspetta 600 euro e guarderà altre cifre” e ha chiesto al governo a rispondere se tagliasse il potere a chi, non per scelta ma per debolezza, non può pagare la clausola di aggiustamento. Ha anche chiesto al governo di votare a favore di un emendamento per evitare blackout fino a una decisione definitiva sulla clausola di adeguamento.
Facendo riferimento alla legge sul clima, parla delle leggi fatte dal governo per tutelare i profitti delle imprese e non dell’ambiente, e di come i costi della transizione verso lo sviluppo verde con quel disegno di legge saranno pagati dai cittadini.
“Il governo può essere cattivo, ma non stai solo trasmettendo il problema al prossimo governo, ma anche alla prossima generazione”, ha affermato Alexis Tsipras, promettendo che SYRIZA proteggerà la prossima generazione con leggi sul clima reali.
“Il signor Tsipras ripete la sua bruttezza, con disastri e populismo”, ha risposto il ministro dell’Ambiente, Costas Skrekas, commentando che SYRIZA era turbata dal fatto che il governo stesse agendo. Per quanto riguarda la tassazione dei superprofitti, il sig. Skrekas ha commentato che né l’Italia né il Portogallo tassavano i superprofitti e che i cittadini pagano il 60 e il 20 per cento in più per l’elettricità.
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