Putin: il “lupo” della Russia contro la Nato nelle acque del mare Adriatico

L’ordine è stato dato dal presidente mettere in personalmente: “Dobbiamo mantenere il suo prestigio Russiacome una grande potenza navale, il cui scopo è mantenere la stabilità strategica nel mondo e rafforzare la sua influenza nazionale”.

Il destinatario dell’ordine è flotta russa collocato nel Mediterraneo e in freddo confronto con Nato da quando è iniziata la guerra Ucraina.

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Per Mosca, la questione era di fondamentale importanza: le sue navi dovevano dimostrare di controllare l’accesso al Bosforo e, allo stesso tempo, determinare il movimento dell’Alleanza Atlantica nella decisiva rotta marittima. Sotto questo prisma, scrivi giornali italiani Repubblicail 20 luglio è iniziata l’operazione “blocco sull’Adriatico”.

“Blocco nell’Adriatico”

Una dimostrazione di forza senza precedenti, perché anche durante la Guerra Fredda manovre così pericolose non furono mai eseguite. Tentativi di bloccare il movimento della portaerei americana “Truman”, che hanno quasi portato a una collisione.

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I giornali italiani affermano che l’operazione russa è stata scoperta dalla Ship Yard Naval Consultancy (che analizza i dati dei satelliti commerciali) e confermata da fonti ufficiali. Secondo il suo rapporto, quel giorno il cacciatorpediniere russo “Tributs” attraversò lo Stretto d’Otranto e si diresse a nord, ancorato davanti alla costa abruzzese, gremita di gente a causa delle vacanze estive.

“Come un branco di lupi che attacca la sua preda”

Non è solo. Era accompagnato dall’incrociatore Varyag, con la sua schiera di missili P-1000 Vulcan a lungo raggio, di stanza nel Salento, a presidiare l’ingresso principale dell’Adriatico. La terza nave, la nave spia “Vasily Tatishchev”, si è unita al “partito” con l’obiettivo di studiare la “risposta elettronica” della NATO a questa sfida.

Dall’inizio della guerra in Ucraina, la flotta russa non entra più nel mare Adriatico. Le navi russe hanno seguito più volte da vicino le esercitazioni Nato, raggiungendo le coste della Calabria, ma non osano interferire con il movimento del “Truman”, che in questi mesi ha viaggiato dalla Sicilia al mare Adriatico e viceversa.

Secondo la propaganda russa, le tre navi si comportano “come un branco di lupi che attacca la loro preda”, viaggiando a una velocità tre volte superiore a quella della luce e colpendo i loro bersagli da 500 chilometri di distanza.

Battaglia lunga e silenziosa

Operazioni navali russe – continua Repubblica – ha provocato una lunga e silenziosa battaglia, in cui i comandanti della NATO hanno voluto dimostrare alla Russia che non avrebbero rinunciato al controllo dell’Adriatico e dello Ionio. Negli ultimi giorni di luglio, di conseguenza, il “Varyag” (gemello di “Moskva”, affondato dagli ucraini il 14 aprile) si trovava a meno di 100 chilometri dall’incrociatore americano “Forrest Sherman”.

La Russia è sul versante adriatico e l’America sul versante ionico. Poco più a sud si trova il “Truman”, con 60 bombardieri F-18 Hornet e scortato da uno squadrone NATO (Standing Maritime Group Two), a cui partecipano navi da guerra americane, italiane, spagnole, turche e greche. Il 25 luglio, queste navi formarono una piazza intorno a Truman.

Sei giorni dopo, uno dei più grandi droni spia statunitensi, il Global Hawk, che parte quotidianamente da Sigonella e si dirige verso il Mare del Nord per monitorare la guerra in Ucraina, effettua pattuglie di un’ora di alcune aree del Mar Ionio, la stessa area nello Ionio, dove gli aerei P72 italiani hanno pattugliato per tre giorni dopo.

Non si sa dove siano le navi russe in questo momento. Secondo i giornali italiani, gli aerei da ricognizione italiani sono tornati di recente a pattugliare le acque tra Calabria e Grecia. Pochi giorni fa è stato anche reso noto il documento strategico del Cremlino che riaffermava l’importanza della rotta del Mediterraneo orientale per gli “interessi nazionali” della Russia.

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Marino Esposito

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