“Gli anni ’90 sono i nuovi anni ’60” era il titolo dell’articolo principale dell’edizione online del quotidiano economico Handelsblatt in occasione della proposta della Commissione di revisione parziale dei criteri di Maastricht.
Secondo loro, il Patto di stabilità limita ancora il debito pubblico al 60% del PIL, ma per i paesi membri che hanno già un debito elevato, un “obiettivo medio” più ampio è fissato al 90% del PIL.
In particolare, come riportato dal quotidiano tedesco e consegnato da DW:
“La Commissione si è arresa di fronte alla triste realtà. Dopo l’epidemia di coronavirus, il debito pubblico ha raggiunto il 186% in Grecia e il 148% in Italia. Nella cerchia dei paesi ad alto rischio rientrano anche Portogallo, Spagna, Francia, Belgio e Cipro ‘, con debito pubblico supera il limite del 90%”.
Ma ha senso applicare regole rigorose di disciplina fiscale?Come osserva Handelsblatt, “insistere in queste circostanze per ridurre il debito del 60% entro 20 anni, come le regole sono state stabilite finora, non è solo irrealistico. Sarebbe anche economicamente inefficiente, poiché tagli eccessivi alle politiche porterebbero direttamente a una recessione. Possiamo solo accogliere con favore il fatto che gli stati abbiano più tempo e più flessibilità per ridurre il proprio debito”.