Aleksandar Vucic si è ritirato dalla guida del Partito progressista serbo (SNS) e, su sua proposta, l’Assemblea generale ha eletto l’attuale ministro della difesa Milos Vucic come nuovo presidente.
Le dimissioni di Vucic sono state da lui annunciate tempo fa così come il fatto che il 28 maggio continuerà la formazione di un movimento sindacale a cui parteciperanno partiti e organizzazioni di varie sfumature ideologiche e con l’unico elemento di coesione che sarà il patriottismo.
Aleksandar Vucic è stato uno dei membri fondatori del Partito progressista serbo e ne ha assunto la guida nel 2011 in sostituzione di Tomislav Nikolic.
Nel 2017 è stato eletto presidente della Repubblica di Serbia e sebbene la Costituzione vieti lo svolgimento simultaneo di altri incarichi, continua a guidare il partito fino ad oggi.
La rabbia di Vucic per la crisi in Kosovo
Il Consiglio di sicurezza nazionale serbo, nel corso di una riunione straordinaria convocata dal presidente della Repubblica, Aleksandar Vucic, a causa della crisi nel nord del Kosovo, ha deciso di mantenere uno stato di massima allerta delle forze armate.
Ha inoltre autorizzato il capo del GES, il generale Milan Mojilovic, a continuare a collaborare con il comando delle forze militari internazionali in Kosovo – KFOR e NATO con l’obiettivo di proteggere la popolazione serba.
È stato notato che ieri, venerdì, il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, ha reagito all’operazione di polizia per l’insediamento di un nuovo sindaco nel nord del Kosovo, ha messo le forze armate in “prontezza al combattimento” e ha ordinato il movimento delle unità per il confine amministrativo con il Kosovo.
La decisione del governo di Pristina di imporre l’uso di agenti di polizia in quattro città serbe nel nord del Kosovo, così come i risultati delle elezioni del 23 aprile, che non sono stati accettati dai serbi perché si sono astenuti, hanno generato un contraccolpo.
La Nato ha invitato Pristina ad agire immediatamente per ridurre le tensioni, mentre gli Stati Uniti hanno condannato il comportamento del governo del Kosovo.
“Condanniamo fermamente le azioni del governo del Kosovo che hanno accresciuto le tensioni nel nord e alimentato l’instabilità. Chiediamo al primo ministro Albin Kurti di porre immediatamente fine a questi atti di violenza e di tornare a concentrarsi sul dialogo svolto sotto gli auspici dell’UE, ha scritto il capo della diplomazia americana, Anthony Blinken, in un comunicato pubblicato su Twitter.
Condanniamo fermamente le azioni del governo del Kosovo che aumentano le tensioni nel nord e aumentano l’instabilità. Abbiamo convocato il Primo Ministro @albinkurti fermare immediatamente queste misure violente e rifocalizzarsi sul dialogo facilitato dall’UE.
— Segretario Antony Blinken (@SecBlinken) 26 maggio 2023
L’operazione di polizia nel nord del Kosovo è stata criticata anche dalle nazioni Quint a cinque membri (Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Italia, Germania) e hanno invitato il governo di Pristina a dimettersi e ad adoperarsi per disinnescare le tensioni.