Dall’Italia arrivano gli aiuti per le cause contro la Nato

L’avvocato italiano Angelo Fiore Tartaglia, che ha dimostrato il legame tra le bombe della NATO e il cancro, se i cittadini della Srpska decidessero di denunciare questa alleanza, ha espresso la sua volontà di far parte del team legale di tutti coloro che hanno sofferto. dal bombardamento dell’uranio povero nel 1995.

Lo ha dimostrato per “La voce della Srpska” l’avvocato Srđan Aleksić di Aleksinac, che da anni combatte importanti battaglie legali in rappresentanza di cittadini serbi che in passato soffrivano di cancro. Come ha spiegato, si trattava di un avvocato italiano che rappresentava i soldati italiani che avevano vissuto in Kosovo e Bosnia ed Erzegovina durante gli anni della guerra, e poi si erano ammalati di cancro.

– Hanno ricevuto una sentenza contro la NATO. Se i cittadini della Srpska che soffrono di cancro a causa di questo bombardamento decideranno di denunciare l’alleanza militare di Tartalja, aiuterò queste persone a intentare causa nei vostri tribunali. Prima è necessario raccogliere documentazione medica sufficiente, eseguire una biopsia e io aiuterò a inviare i campioni per i test a Torino, per dimostrare e provare un rapporto di causa-effetto. Le faccio un esempio, per il colonnello Dragan Stojčić, purtroppo scomparso nello stesso periodo, la presenza nel suo corpo di uranio impoverito 500 volte superiore alla quantità minima, ma anche la presenza di venti metalli pesanti, che provocano il cancro, era determinato. – ha dichiarato Aleksić, aggiungendo che in quell’occasione le possibili accuse nella Srpska, cioè in Bosnia-Erzegovina, presto visiteranno nuovamente Banjaluka.

L'edificio accanto al palazzo del rettorato e alla futura Accademia di musica a Sarajevo est ha preso fuoco

L’edificio accanto al palazzo del rettorato e alla futura Accademia di musica a Sarajevo est ha preso fuoco


Crede anche che i residenti della Srpska, che soffrono di cancro e vivono in zone bombardate con l’uranio impoverito durante e dopo l’azione della NATO nel 1995, come Hadžići, dovrebbero dimettersi e citare in giudizio l’alleanza militare per il risarcimento delle perdite.

– Con l’aiuto di esperti italiani, diversi anni fa ho avviato una causa a Belgrado, nella quale il mio cliente chiedeva un risarcimento di 100.000 euro. Ci occupiamo delle leggi dei paesi che ci hanno bombardato, per quanto riguarda l’importo del risarcimento. La NATO deve sopportare queste perdite. Abbiamo il giudizio dell’Italia e anche la Convenzione di Vienna. Credo che la prima decisione, almeno per quanto riguarda la Serbia, potrebbe essere presa entro la fine dell’anno – ha detto Aleksić.

Un parere simile è stato espresso dal presidente della NSRS, Nenad Stevandić, il quale ieri ha affermato che tutte le persone che si sono ammalate di malattie maligne nelle zone bombardate dalla NATO dovrebbero ricevere un risarcimento.

– Centinaia di soldati italiani, quelli morti e curati, hanno ricevuto un risarcimento compreso tra 100.000 e 300.000 e anche fino a 500.000 euro. Se i soldati italiani sono stati irradiati e se hanno riscontri presso istituzioni scientifiche italiane, non occorre dimostrare nulla, ma prepararsi a richieste di risarcimento. Dovranno pagare coloro che ci inquinano con l’uranio impoverito, che provoca le forme più gravi di cancro di cui soffrono i nostri figli – ha detto Stevandić.

“forza intenzionale”

Il 9 settembre si celebra la Giornata della memoria delle vittime del bombardamento della NATO, effettuato dalle forze dell’Alleanza dal 30 agosto al 14 settembre 1995 sul territorio della Bosnia-Erzegovina senza l’approvazione del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Durante l’operazione NATO “Deliberate Forces” furono sganciate sulla Serbia 1.026 bombe, 13 delle quali erano missili da crociera del tipo “Tomahawk”, mentre il peso totale degli esplosivi sganciati ammontava a circa 10.000 tonnellate.

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Duilio Romani

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