La polizia italiana ha arrestato 12 membri di una rete che trasportava illegalmente immigrati dalla Tunisia in Italia su imbarcazioni private. Altre sei persone sono state poste agli arresti domiciliari. Le “menti” della spirale, secondo i pm italiani, erano una coppia tunisina che viveva stabilmente nella città siciliana di Gela (Gela), e le indagini sono state coordinate dalla procura della città siciliana di Caltanissetta, secondo un totale di 11 tunisini e 7 italiani.
L’operazione in corso si chiama Mare Aperto e le ricerche sono iniziate nel febbraio 2019, quando un’imbarcazione privata di dieci metri si è arenata nel porto di Gela. Come è noto, la nave è stata rubata a Catania e trasportava decine di passeggeri, provenienti dal Nord Africa.
Secondo i dati finora, qualsiasi immigrato che voglia raggiungere l’Italia dovrà pagare tra i 3.000 ei 5.000 euro. Il circuito, in media, guadagna fino a 70.000 euro da ogni sponda del Mediterraneo.
Molto colpiti i contenuti del monitoraggio telefonico, in cui i membri dell’organizzazione dei mercanti di schiavi affermavano apertamente: “se sorgono problemi, la soluzione giusta è buttare a mare gli immigrati”.
FONTE: AMPE