“Embodying Pasolini”: Tilda Swinton arriva per la prima volta al Roof

Gli abiti possono creare nuovi rituali? Vincitore dell’Oscar Tilda Swindon (Tilda Swinton) e storico della moda Olivier Saillard per la prima volta entrando Tettocon uno spettacolo cerimoniale con costumi dell’iconico film Pasolini: da “Mille e una notte” a “Salo, 120 giorni a Sodoma”. “Lacrimae rerum“(“[υπάρχουν] lacrime per qualcosa”): il significato di questo proverbio latino ci ricorda lo speciale rito-rappresentazione contemporaneo “L’Incarnazione di Pasolini” (Incarnare Pasolini) che è venuto a Tetto della Fondazione Onassis dall’11 al 16 dicembre 2023. Il motivo è che i costumi e gli oggetti indimenticabili dei film di Pier Paolo Pasolini, anche se non convenzionali come quelli ritrovati e svelati davanti ai nostri occhi, sono capaci di farci lacrimare gli occhi.

Una sfilata rituale e, allo stesso tempo, un omaggio davvero unico al grande cineasta, poeta e attivista anticonformista Pier Paolo Pasolini, brutalmente assassinato all’età di 53 anni nel 1975, è un’originale installazione live-performance ispirata al il curatore moda Olivier Saillard e l’attrice britannica premio Oscar Tilda Swinton, collaboratori artistici da molti anni. L’alta moda incontra l’alta arte con il corpo androgino di Tilda Swindon come tela, sulla quale espone e incide una collezione di oltre trenta costumi e oggetti disegnati negli anni Sessanta e Settanta da Danilo Donati e allestiti dallo studio Farani per i film di registi italiani.

Costumi e oggetti che sono di per sé opere d’arte: dal costume biblico, ispirato al caftano beduino e dipinto di smeraldo – come da un dipinto di Domenikos Theotokopoulos – al costume di Erode nel “Vangelo di Matteo” del 1964 fino al fatto a mano da cima a fondo finiscono i costumi e le corone decorate con piume e conchiglie indossati da Silvana Mangano nei panni di Giocasta nell’Edipo il tiranno del 1967 e da lì agli abiti e agli oggetti di scena dell’esotico Le mille e una notte (1974) e del vasto Salò, 120 giorni a Sodoma” (1975).

Solo che qui lo stesso Swindon, come un manichino silenzioso, indossa gli abiti uno per uno, affinché tutti possano vederli. Intrappolato nella stoffa, non interpreta il ruolo dell’attore che per primo l’ha indossato. Invece il ruolo è proprio l’assenza di un ruolo, evidenziando un costume ormai orfano, slegato dal corpo, dall’attore, dal film. In grado di muoversi, poiché sembrava luccicare nella sua solitudine di prete.

© Rüdiger Glatz

Questa è la quinta collaborazione tra Swindon e il famoso storico della moda Olivier Saillard. La loro prima collaborazione è avvenuta nel 2012 al Museo della moda di Parigi, Palais Galliera, con l’attrice che “attiva” abiti della collezione storica di costumi del museo: dagli abiti vittoriani e le uniformi militari napoleoniche agli abiti delle case di Chanel, Schiaparelli e Balenciaga. Collaborazioni con Olivier Saillard e Tilda Swinton: “The Impossible guardaroba” (2012), “Eternity Dress” (2013), “Cloakroom – Vestiaire obligatoire” (2014), “Sur-exposition” (anche con Charlotte Rampling, 2016), “ Embody Pasolini” (2022).

Swindon compare spesso negli elenchi delle attrici più belle. Il suo stile camaleontico è stato riconosciuto, tra gli altri, dal prestigioso quotidiano “The Guardian” e dal sito di haute couture Net-A-Porter.

Quello Incarnare Pasolini (Incarnare Pasolini) è stato ispirato dal progetto italiano RoMaison, un programma che rende omaggio ai tradizionali atelier romani, esplorando il loro rapporto con la moda e il cinema.

La mostra ha presentato – per lo più per la prima volta dalla sua creazione – decine di abiti e cappotti, elaborati con varie tecniche sperimentali dell’Arte Povera, per mano dello stesso Danilo Donati. Accompagnato da uno stampo in legno del Laboratorio Pieroni che è stato la base per la realizzazione del cappello del film di Pasolini.

Donati ha vinto due Oscar per il costume: il primo nel 1968 per Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli e poi nel 1976 per Casanova di Federico Fellini. Le sue collaborazioni con due registi leggendari, così come Luchino Visconti e Pasolini, rimangono tra le più iconiche del cinema mondiale.

Pasolini, rinomato per le sue opere eretiche, le sue visioni poetiche ma perspicaci sulla condizione umana nonché le sue preoccupazioni socio-politiche e religiose, trovò in Donati un partner ideale, i cui costumi fornivano autenticità e accuratezza storica (o, nel caso di ” Salò, 120 giorni a Sodoma”, enfasi sadica) nelle sale cinematografiche del regista italiano.

© Rüdiger Glatz

Coefficiente

Creazione e interpretazione: Olivieroschermo &TildaSwinton

Collaborazione artistica: Gaël Mamine

Assistente: Nausica Keke

Costumi: Danilo Donati & Ateliers Farani, regia di Luigi Piccolo

Struttura in legno: Laboratorio Pieroni, sotto la direzione di Massimo Pieroni

Direttore di produzione: Aymar Crosnier

Produzione: Studio Olivier Saillard

Coproduzione: Zetema Progetto Cultura (Roma) e Azienda Speciale PalaExpo

Con il sostegno di Ateliers Farani – Luigi Piccolo per i costumi e Laboratorio Pieroni

Ringraziamenti: Romain Blot, Clara Tosi Pamphili

Qualche parola su Olivier Saillard

Olivier Saillard è uno storico dell’arte. Nel 1995 è stato nominato direttore del Museo delle Arti Decorative, della Moda e della Ceramica di Marsiglia. Nel 2000 è stato responsabile della programmazione della mostra “Moda” al Museo delle Arti Decorative di Parigi e nel 2010 è diventato direttore del Palais Galliera, il Museo della Moda di Parigi. Dal 2017 è direttore della Fondazione Azzedine Alaïa e dal 2018 direttore artistico di JM Weston Arti Visive e Cultura. Ha scritto diversi libri, tra cui “Histoire idéale de la mode contemporaine: Les plus beaux défilés de 1971 à nos jours” (Textuel, 2009) e “Le Bouquin de la mode” (Robert Laffont, 2019), e ha organizzato importanti mostre : “Yohji Yamamoto: Juste des vêtements”, “Christian Lacroix: Histoires de Mode” al Museo delle Arti Decorative di Parigi, “Azzedine Alaïa” e “Jeanne Lanvin” al Palais Galliera, “Madame Grès, la couture à l’ œuvre” e “Balenciaga, l’œuvre au noir” al Musée Bourdelle e “Le musée éphémère de la mode” a Palazzo Pitti, Firenze. Nel 2005 gli è stato assegnato il Premio Villa Kujoyama a Kyoto.

Da allora, accanto alla sua attività di storico, ha presentato una serie di riflessioni poetiche sotto forma di performance: “The Impossible GUARDAROBA”, “Eternity Dress”, “Cloakroom – Vestiaire obligatoire” e, più recentemente, “Embodying Pasolini”. con Tilda Swinton al Festival d’Automne di Parigi. Altri spettacoli includono i progetti “Models Never Talk”, “Sur-exposition” con Charlotte Rampling e “Couture essentielle”. In totale, negli ultimi vent’anni ha eseguito una trentina di spettacoli. Nel 2018 fonda Moda Povera, un’azienda di design di abbigliamento poetica, performativa e pedagogica, dove abiti ordinari e semplici vengono esaltati attraverso la conoscenza e le tecniche dell’alta moda.

Qualche parola su Tilda Swinton

Tilda Swinton ha debuttato al cinema con il regista Derek Jarman nel 1985, nel film “Caravaggio”. Il suo secondo film è stato “La morte dell’amicizia” di Peter Wollen. Con Jarman, hanno realizzato insieme altri sette film, tra cui “The Last of England”, “The Garden”, “War Requiem”, “Edward II”, per il quale ha vinto il premio come migliore attrice alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia) e ” Wittgenstein”, fino alla morte di Jarman nel 1994. Tilda Swinton divenne più conosciuta nel 1992 grazie al suo ruolo da protagonista nel film “Orlando”, diretto da Sally Potter, basato sull’omonimo romanzo di Virginia Woolf.

Ha sviluppato nel tempo rapporti cinematografici duraturi con registi come Jim Jarmusch, inclusi film come “Only Lovers Left Alive” e “The Dead Don’t Die”. “), Joel e Ethan Coen, Lynne Ramsay (“Dobbiamo parlare di Kevin”), Luca Guadagnino (“I Am Love”, “A Bigger Splash”/ “Down from the sun”, “Suspiria”), Joanna Hogg (“The Souvenir” parti 1 e 2) e Bong Joon Ho (“Snowpiercer” e “Okja”).

Tilda Swinton ha anche lavorato con il magnate del cinema ungherese Béla Tarr (The Man from London) e ha recitato nella commedia di Amy Schumer diretta da Judd Apatow Trainwreck, che ha ricevuto recensioni entusiastiche. Nel 2020 ha realizzato il film “Human Voice” con Pedro Almodóvar.

È stata premiata dall’American (Oscar) e dalla British Academy of Motion Picture Arts and Sciences (BAFTA) con il premio come migliore attrice non protagonista nel 2008 per la sua interpretazione nel film “Michael Clayton” di Tony Gilroy.

Nel 2020 gli è stata assegnata una borsa di studio del British Film Institute e il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia per tutto il suo lavoro.

Nel 2021 ha partecipato alle riprese del film di George Miller, “Tremila anni di nostalgia”, in Australia, con Idris Elba, ha collaborato per la quinta volta con Wes Anderson, nel film “Asteroid City”, e per la terza tempo. tempo con Joanna Hogg in “The Eternal Daughter”. Recentemente ha partecipato alle riprese di “The End” diretto da Joshua Oppenheimer. Le sue altre apparizioni sono state nella commedia di Julio Torres “Problemista” e in “The Killer” di David Fincher per Netflix.

Tilda Swindon è madre di due gemelli e vive nelle Highlands scozzesi.

Informazioni sulle prestazioni

Dove: Edificio della Fondazione Onassis, Syngrou 107 (In – 1 edificio)

Quando: dall’11 al 16 dicembre 2023 | Lunedì e venerdì 20:00, martedì – giovedì – sabato 18:00 e 21:00

Durata: 100 minuti

Lui venerdì 15 dicembre, seguirà la fine dello spettacolo conversazione con Olivier Saillard e Tilda Swinton.

Si svolgerà il dibattito con interpretazione simultanea in greco.

Biglietti

Inizio prevendita: martedì 21 novembre ore 17:00

Normale: 40€

Meno, Amici: 32€

Residenti nel quartiere*: ​​7€

Disoccupati, disabili: 5€

Accompagnatore AmeA: 10€

*I biglietti per i residenti del quartiere possono essere acquistati esclusivamente al botteghino di Stegi, dal mercoledì al venerdì dalle 12:00 alle 18:00.

VENDITA BIGLIETTI ELETTRONICI
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Marino Esposito

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