E fino a 19 gradi in inverno
Le scuole e altri edifici pubblici in Italia non potranno impostare i loro condizionatori d’aria sotto i 25 gradi Celsius a partire dal prossimo mese, come parte di un piano per prevenire una crisi energetica.
“Operazione Termostato”, come veniva chiamato il piano, è arrivato quando due ministri italiani si sono recati in Africa centrale per cercare fornitori di gas alternativo al di fuori della Russia, da cui l’Italia importa circa il 45%.
Il dibattito sullo spreco di energia attraverso l’aria condizionata è iniziato quando Mario Draghi l’ha usato ironicamente come esempio di qualcosa che gli italiani potrebbero dover sacrificare per la pace in Ucraina.
“Vogliamo avere la pace o vogliamo avere l’aria condizionata?” Lo ha detto qualche giorno fa il premier italiano, dopo aver promesso che l’Italia si sarebbe conformata se l’Unione europea avesse deciso di imporre un embargo sul gas naturale russo.
Le nuove norme sull’aria condizionata entreranno in vigore il 1 maggio e rimarranno in vigore fino al 31 marzo 2023. Il riscaldamento degli edifici pubblici in inverno non potrà superare i 19 gradi Celsius.
Non è ancora chiaro come verrà attuato il provvedimento, ma gli ispettori del ministero del lavoro possono effettuare controlli, mentre chi non rispetterà il limite sarà multato da 500 a 3mila euro, secondo Il Messaggero. Il provvedimento non riguarda gli ospedali, ma può essere esteso alle abitazioni.
Il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha detto che l’iniziativa è un segnale positivo che potrebbe portare a un risparmio di 2-4 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno. Circa il 57% dei costi energetici degli edifici pubblici è generato dalla regolazione della temperatura.
Dopo essersi recato in Algeria la scorsa settimana per un accordo sul gas, Draghi è stato costretto a cancellare le visite in Angola e nella Repubblica del Congo dopo essere risultato positivo al coronavirus. A tal fine ha inviato il Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio e il Ministro della Transizione all’Ecologia, Roberto Cingolani.
“Non vogliamo più dipendere dal gas russo, perché la dipendenza economica non dovrebbe essere una conquista politica”, ha detto domenica Draghi al Corriere della Sera. “La diversificazione è possibile e può essere attuata in tempi relativamente brevi. Più veloce di quanto immaginassimo un mese fa”, ha aggiunto.
Con informazioni dal Guardian