Trascorrere la notte delle elezioni in Slovacchia con due partiti che si identificano entrambi come socialdemocrazie significa vedere un divario di civiltà. Quindi un osservatore della Repubblica Ceca che non abbia una conoscenza più approfondita potrebbe facilmente giungere alla conclusione che i loro leader – Robert Fico e Peter Pellegrini – sono così diversi da non riuscire a metterli insieme.
I politici della Direttiva Fico, soprattutto uomini, assistono al censimento nella sede del partito nel complesso residenziale Ostredky a Bratislava. Tra i 150 giornalisti accreditati che consideravano nemici, non andavano a parlare con loro. Si parlarono solo dopo le quattro del mattino, quando fu chiaro che la Direzione aveva vinto.
Hanno festeggiato selvaggiamente, sono usciti sul balcone e hanno cantato ad alta voce “abbiamo vinto, si fa così…” Erano un po’ spaventati, erano fiduciosi ed erano chiaramente convinti della vittoria: ora affronteremo tutti gli avversari, spietati e duri , a modo nostro!
I politici di Pellegrini Hlas – non solo uomini, ma anche donne – hanno trascorso la notte elettorale nel ristorante Aušpic sulle rive del Danubio, sotto l’iconico ponte SNP, con vista sul Castello di Bratislava dall’altra parte del fiume. L’atmosfera è molto diversa. Invece dell’aggressività passiva, c’è un atteggiamento di disponibilità.
Il rilassato Peter Pellegrini si è comportato come un bravo ragazzo, era pronto a rispondere alle domande di tutti. Sembra quasi impossibile che questo simpatico ragazzo mascherato da politico europeo possa andare d’accordo con il cinico, orientato all’est e vendicativo Robert Fitz.
Forse, se la decisione fosse nelle mani di Pellegrini, preferirebbe scommettere sul progressista Michal Šimečka. Ma tutto questo è solo un’impressione superficiale. Dopo i disaccordi con Robert Fic, Peter Pellegrini lasciò Smér e fondò Voice, ma i due erano destinati ad essere alleati. Hanno in mano immaginarie valigette nucleari: sanno così tante cose che si danneggiano a vicenda che possono ricattarsi a vicenda.
Un politico di origine italiana, nonostante le sue parole dolci e i suoi modi piacevoli, non è un santo. Incanta le nonne con le sue fossette, ma da esperto pragmatico si rende conto che ora è lui il vero vincitore delle elezioni. Le prime due persone in quest’ordine avrebbero combattuto per lui e lui, come terzo, avrebbe abilmente preso il premio.
Ed è sicuramente Robert Fico che è disposto a pagare qualunque cosa per tornare al potere. Quindi non ci sarebbe da stupirsi se, ad esempio, a Pellegrini venisse offerto il posto di primo ministro. Entrambi ci avevano già provato in questo modo, quando Fico si dimise dopo l’assassinio di Ján Kuciak e guidò il governo attraverso Pellegrini.
Dall’esterno ciò non sembrerebbe così sporco, soprattutto di fronte all’Unione Europea, dove anche Fico richiede un flusso di sussidi, non la loro cessazione. Riteniamo decisamente che la scissione della socialdemocrazia slovacca in due partiti non sia il piano malvagio della Fic. Se è così, allora questo stratagemma ha funzionato perfettamente: Drsný Směr ha succhiato voti ai nazionalisti e Hlas, come B-boy dal volto umano, ha raccolto gli elettori moderati di sinistra.