Il capitano italiano prese l’iniziativa e affondò la nave da guerra greca – Cosa è successo al sottomarino fatale

Il righello Italia sottomarinoil “colpo”. Teno40 anni dopo le sue stesse azioni, sostenendo di aver preso lui stesso l’iniziativa di affondare la nave da guerra greca “Ellie»! Il suo sottomarino fatale Mussoliniha un finale imbarazzante…

Quindici agosto, giorni come oggi. Fotis Kontoglou, il famoso agiografo e scrittore di racconti di Ayvali, è stato il primo ad annunciare oggi: il Pasqua estiva.

Il 15 agosto 1940 tutta la religione greca si inchinò a Tinos e abbracciò la sua icona Panagia.
E il giorno santo è stato scelto da Italiano provocare la Grecia. Il veliero “Elli” viene noleggiato nel porto di Tinos. La storia è ancora dolorosa. Non è solo il cammino che provoca l’inganno, non le anime perdute, ma i giorni simbolici che vengono contaminati.

Non un’anima greca ne dubitava

Questo è ciò che ha scritto questa leggendaria generazione di scrittori leggendari degli anni ’30 Angelos Terzakis sull’evento: “Alba del 15 agosto 1940. Folle di pellegrini inondano la bianca Tinos, la blu scuro della Grecia Mar Egeo. “Ellie“, il suo antico e storico corso d’acqua Flotta greca. Decorato con bandiere, espone i colori del paese insieme alle celebrazioni religiose. Ma la mattina non era ancora iniziata, erano ancora le otto e mezza, quando un terribile incidente scosse la nave e l’isola. Immediatamente si alzò del fumo nero che avvolse “Elli”, che fu picchiata a morte sulla sua barriera corallina dal nemico nascosto e appoggiato. Chi ha commesso il crimine? Chi ha lanciato il pugnale da lontano? Nessuna anima greca dubita: un atto coraggioso ha impressa nel suo comportamento la sua identità. Inoltre, l’indagine che si sarebbe svolta sul fondo della baia il giorno successivo avrebbe rivelato il biglietto da visita accartocciato dell’assassino: un frammento di siluro, con sopra un numero di registrazione e dettagli in italiano. Tuttavia: nonostante non vi fossero dubbi, il governo greco ha deciso di non rivelare la verità, per evitare ogni attrito. Nel comunicato stampa si precisava che non è stato possibile accertare la nazionalità del sottomarino colpito.”Ellie».

Frammento di siluro marcato “TORRINO 1930” recuperato dai subacquei; sono esposti al Museo Marittimo del Pireo. Le vittime dell’aggressione italiana non provocata furono 9 persone uccise e 24 ferite.

La magia di Panagia è duplice

Operatore radiofonico della nave da guerra greca, Sotiris Botsea più tardi spiegherà: “…con tutte le mie forze ho gridato: il sottomarino ci ha silurato, il siluro a dritta. Sentivo che la maggior parte dell’equipaggio, e anche i nostri ufficiali, erano per lo più ai loro posti, e volevo avvisarli e aiutarli a spostarli, poiché prevedevo il pericolo di fulmini! Accanto a me gridavano il marinaio Mendrino e altri marinai, ripetendo la mia voce. Siamo riusciti ad allertare la maggior parte dell’equipaggio. E ho visto gli agenti dirigersi verso il punto da noi indicato, ed altri che si mobilitavano contro il pericolo che ormai si avvicinava. Da quando l’ho vista avremmo gridato 4 o 5 volte: periscopi, torrette, siluri, e si è sentita una vibrazione terribile: la nave è stata colpita al centro della nave.

»E subito il palo si frantumò in pezzi, sparpagliandosi per la nave e ferendo gravemente l’equipaggio. La nave è stata colpita duramente e ha oscillato così forte che era impossibile rimanere in piedi. Dall’apparizione del sottomarino ai siluri sono passati solo pochi secondi, perché abbiamo avuto appena il tempo di gridare 4 o 5 volte. Vale la pena ricordare che il sottomarino, dopo il primo siluro, ne sganciò altri, uno dei quali rimase incastrato nel molo e non esplose, come nel caso del primo siluro, oppure Ellie fu colpita e poiché era ancorata virò molto lontano e il secondo siluro non la colpì perché non le dava lo stesso bersaglio, mentre il sottomarino mirò al bersaglio che sganciò il primo siluro e così via. Vergine fece due miracoli, uno dei quali fu che la nave non fu colpita dal secondo siluro, quindi ovviamente piangeremo le tante vittime a causa delle munizioni e forse tutta la nave esploderà, ma anche in mare dove c’erano diversi marinai che furono travolti dall’urto provocato dal siluro e caddero in mare e faticarono a galleggiare tra il petrolio che potrebbe prendere fuoco e quelli che sfuggiranno all’esplosione, che purtroppo avverrà, bruceranno. E un secondo o un altro siluro che è entrato nel molo e non è esploso. Dobbiamo crederci Vergine pose le mani perché se ci fosse stata un’esplosione sul molo avremmo pianto più vittime, perché migliaia di pellegrini accorrevano per assistere alla festa della Vergine Maria, come accade ogni anno. E con i suoi eventi drammatici Ellie la gente correva verso la spiaggia e capisci quanti sarebbero rimasti uccisi se non l’avessero messo su Vergine le sue mani”…

Capitano italiano del “Delfino”

Fu il sottomarino italiano “Delfino”, ad offuscare la giornata e disonorare la festa della Vergine… Il sottomarino “Delfino”, tre anni dopo l’attacco a Tinos, in partenza per le prove dopo le riparazioni, entrò in collisione con la sua nave compagnia; la nave subì danni a una barriera corallina e affondò, trascinando sul fondo i suoi 28 membri dell’equipaggio.

Capitano del sottomarino, Giuseppe Icardi, sopravvisse alla guerra e negli anni ’80 (morto addirittura in età molto avanzata, all’età di 91 anni nel 1997), rilasciò un’intervista alla rivista “TAHYDROMOS”, dichiarando di non pentirsi dell’episodio. Parlando con il giornalista Giannis Tsenis, Aicardi ha affermato di aver eseguito ordini sui quali non aveva dubbi o dubbi, e ha descritto gli eventi come una giusta punizione per “il gioco che la Grecia ha giocato con l’Inghilterra” nell’estate del 1940. A proposito dei siluri da “Ellie” ha lasciato intendere che si trattava di una iniziativa puramente sua e questo perché secondo lui se l’Italia fosse coinvolta in una guerra con la Grecia, le uniche navi che potrebbero causare problemi alle truppe italiane nel Mar Egeo sarebbero “Ellie” e ho dovuto togliermi di mezzo. Ed è venuto fuori…

Nel 1950, incrociatore leggero L’«Eugenio di Savoia» fu ceduto alla Grecia come riparazione di guerra e ribattezzato «Elli»; prestò servizio dal 1951 al 1965.

Claudio Bellini

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