Il governo italiano oggi ha affermato che l’organizzazione paramilitare russa privata Wagner è sospettata di essere dietro un’ondata crescente di barche di migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo centrale, come parte della strategia della Russia di rappresaglia contro i paesi che sostengono l’Ucraina.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha affermato che ora si può affermare con certezza che l’aumento esponenziale del numero di migranti in arrivo dalle coste africane può essere considerato come parte della strategia di guerra ibrida messa in atto da “Wagner”.
Crosetto, una figura di spicco del partito di destra Fratelli d’Italia, ha invitato gli alleati della NATO ad aiutare l’Italia a far fronte più facilmente all’aumento degli arrivi di migranti, ha riferito Reuters.
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha detto all’ANSA durante la sua visita in Israele che è preoccupante il gran numero di migranti provenienti dalle zone “controllate dal gruppo Wagner”. Quest’anno sono arrivate finora in Italia circa 20.000 persone, rispetto alle 6.100 dello stesso periodo dell’anno scorso, secondo i dati del Viminale.
Il fondatore di “Wagner” Yevgeny Prigozhin ha risposto alle accuse su Telegram dicendo che non sapeva cosa stesse succedendo con la crisi dei migranti e che il suo gruppo non era interessato.
Prigogine ha detto a Crozet di prestare attenzione al proprio paese. Le forze di Wagner sono accusate di operare in diversi paesi africani, tra cui Libia, Mali e Repubblica Centrafricana.
Il primo ministro italiano Giorgio Meloni, che ha una posizione dura sull’immigrazione clandestina, è stato criticato dopo il naufragio del mese scorso vicino alla Calabria meridionale che ha ucciso almeno 79 migranti a causa di una presunta lentezza della risposta delle autorità. Oggi dichiara di avere la coscienza a posto.
L’organizzazione umanitaria “Alarm von” ha accusato l’Italia di non aver inviato una guardia costiera, nonostante i ripetuti avvertimenti di sabato che la barca di migranti era in difficoltà, che è affondata il giorno successivo.
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