Perché Erdogan è bloccato con la sua opposizione?
Da Antonis Angelotou
Da dove sono iniziati i problemi con la Turchia? Senza dubbio dalla sconfitta incombente di Erdogan alle elezioni del 2023. E poiché la caratteristica principale del presidente turco è la sua natura imprevedibile, questo rende l’equazione ancora più difficile.
Per la sua presenza a Madrid, è stato pesantemente criticato dall’opposizione, che è stata costantemente vista tirare il suo “braccio nazionalista”.
“Il leone nelle pecore interne della Nato”, è stata la critica che ha ricevuto dai partiti di minoranza dopo la sua presenza per due giorni nell’Alleanza Nord atlantica. Con il loro atteggiamento fermo, non gli davano spazio per apparire consensuale anche se lo desiderava.
È chiaro che Erdogan, Aksener e Kilinçaroglu giocano sullo stesso campo. E gli uomini di Kemal guidati dal “Partito Buono” non lo lasceranno in pace quando vedranno che sta cercando di fare mosse a scopo di lucro, come ristabilire le sue relazioni con Israele.
Perché Erdogan è bloccato con la sua opposizione? Perché la guerra in Ucraina e l’isolamento della Russia dall’Occidente gli hanno reso impossibile – a pensarci bene – di premere il “bottone rosso”.
Anche gli episodi caldi su piccola scala ora prevedono scenari che non sono così semplici come una volta.
Le domande sull’integrità territoriale delle isole greche e sulla smilitarizzazione sono insostenibili e destinate a muoversi solo a livello retorico, affermano analisti esperti.
Quello che sta facendo Erdogan è aggiornare costantemente la sua agenda. Ciò si basa sul fatto che in Turchia “ciò che è nazionale non è dibattuto”. Dalla mappa “Blue Homeland” passa molto facilmente una mappa ancora più revisionista del suo omologo governativo, Devlet Bakhceli. Anche qui, però, c’è saggezza elettorale, poiché nessuno in Turchia dimentica che Meral Aksener era nel “lupo grigio” prima che si separassero. Pertanto, non consente all’opposizione di fare offerte su questioni nazionali che parlano alla coscienza dei cittadini turchi.
Il governo greco continua a rispondere all’estremismo politico di Erdogan attraverso i canali diplomatici, internazionalizzando le sfide e rafforzando le alleanze. Il prossimo importante appuntamento per Kyriakos Mitsotakis è l’annuale Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si terrà a settembre a New York.
Tradizionalmente, entrambi i leader sono lì all’inizio dell’autunno.
È troppo presto per giudicare se ci saranno contatti tra i due leader, soprattutto dopo la dichiarazione del presidente turco di non voler incontrare il premier greco. E gli impegni presi prima delle elezioni possono essere dimenticati solo dopo le elezioni…
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