In Italia è in corso un’indagine da parte della Guardia di Finanza su 46 presunti membri di bande che avrebbero rubato cherosene da un oleodotto della NATO in Belgio e lo avrebbero venduto tramite stazioni di servizio ad ignari automobilisti!
Un portavoce della NATO ha confermato all’agenzia di stampa tedesca notizie diffuse dai media italiani, secondo le quali la polizia finanziaria di Rimini avrebbe preso di mira 46 membri di bande criminali e avrebbe sequestrato beni per un valore di 37 milioni di euro.
Secondo quanto riferito, gli aggressori hanno preso di mira uno degli oleodotti della NATO in un campo vicino al confine tra Belgio e Francia. Secondo fonti italiane, il cherosene rubato è stato trasportato in Italia, dove i membri della banda lo hanno mescolato con diesel o benzina e lo hanno venduto illegalmente agli automobilisti. Al momento non è noto se qualche veicolo sia stato danneggiato.
L’operazione si chiamava “Stealing Oil” ed è stata rivelata nel giugno 2019. Secondo i media italiani, gli autori hanno rubato circa 900.000 litri di cherosene dagli oleodotti della NATO.
Sistema di gasdotti della NATO
Questa notizia è particolarmente sorprendente considerando che gli aggressori hanno preso di mira il Central European Pipeline System (CEPS) della NATO, che è una parte fondamentale del sistema di difesa dell’Alleanza che comprende Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Francia e Germania e garantisce livelli di carburante sufficienti. sempre disponibile per caccia e veicoli NATO. Questo sistema di condutture collega le basi aeree della NATO, come quella di Ramstein, in Germania, con impianti di stoccaggio, stazioni di pompaggio e punti di rifornimento.
Tuttavia, per mantenere i costi operativi più bassi possibile e aumentare l’utilizzo della rete di gasdotti, questi sistemi sono ampiamente utilizzati anche per il trasporto e lo stoccaggio del cherosene e per i clienti civili. Secondo le informazioni della NATO, il sistema di gasdotti fornisce cherosene anche ai principali aeroporti civili di Bruxelles, Francoforte, Lussemburgo, Amsterdam e Zurigo.
Nella banda erano coinvolti tre uomini d’affari e diverse dozzine di intermediari
Secondo la polizia economica di Rimini un’organizzazione criminale guidata da tre imprenditori è sospettata di essere responsabile dell’esportazione di carburante rubato in Italia. Al momento non è chiaro se sia direttamente collegato alla mafia.
Secondo la Guardia di finanza, nell’ambito delle indagini, oltre ai tre imprenditori, sono stati individuati diverse decine di intermediari coinvolti nella vendita di kerosene in diverse regioni d’Italia. Nel corso delle indagini sono stati confiscati anche beni per diversi milioni di euro ai sensi della legge antimafia. È stato sequestrato anche un semirimorchio contenente 26.000 litri di carburante. La Guardia di Finanza indaga anche sull’evasione fiscale e su altri reati.
Cosa dice la NATO?
Un portavoce dell’agenzia NATO competente NSPA ha sottolineato che non sono noti casi simili dal furto del 2019, poiché un sistema di sicurezza a più livelli è stato implementato per proteggere la rete di gasdotti NATO CEPS lunga circa 5.300 km.
Un episodio simile di furto di carburante della NATO si è verificato anche nel novembre 2016 in Romania, quando i pubblici ministeri hanno indagato su sette soldati e un civile per aver rubato circa sette tonnellate di cherosene da una base aerea della NATO a Costanza.