Dopo Roberto Saviano, noto giornalista e scrittore, il primo ministro italiano di destra, Giorgia Meloni, ha accusato Emiliano Fittipaldi, che lavorava per il quotidiano di sinistra Domani, di diffamazione.
Il premier di destra Giorgia Meloni ha preso la decisione di assicurare alla giustizia uno dei noti giornalisti investigatori italiani, ha annunciato ieri l’interessato.
Questo è il secondo processo del genere da quando la Meloni è entrata in carica il mese scorso.
Emiliano Fittipaldi, che lavora per il quotidiano di sinistra Domani, così come il suo direttore, Stefano Feltri, sono stati accusati di distorcere i fatti in un articolo pubblicato nel 2021 che diceva che il leader di estrema destra stava cercando di aiutare il suo amico a ottenere un contratto con il governo italiano in una gara d’appalto durante la pandemia.
La Meloni, al cui partito all’epoca si opponeva la Fraternità italiana (FdI), ha negato le denunce e ha intentato causa.
Un giudice di Roma ha stabilito la scorsa settimana che si sarebbe svolto un processo, ha detto Fittipaldi all’AFP. L’avvocato della Meloni ha detto che il processo si terrà il 10 luglio 2024.
“Ho appena scritto la storia giusta”, ha detto il giornalista, promettendo che lui e il giornale avrebbero continuato le loro indagini, comprese eventuali questioni “preoccupanti”.
La decisione di rinviare a giudizio Fittipaldi è coincisa con l’avvio di un processo in cui la Meloni si è scontrata con Roberto Saviano, noto giornalista e scrittore antimafia, accusato di diffamazione per aver aspramente criticato la posizione del suo attuale presidente del Consiglio. L’Italia sui problemi dell’immigrazione.
Per Fittipaldi, noto per le sue rivelazioni sullo scandalo vaticano, “è la norma per i giornalisti investigativi in Italia” essere perseguiti.
“Ma questa è la mia prima volta sotto processo con un primo ministro rivale, che ha un potere gigantesco rispetto ai giornalisti dell’opposizione”, ha commentato.
Nel suo articolo, Fittipaldi ha affermato che la Meloni aveva chiamato Domenico Arcuri, commissario straordinario del governo per la gestione della pandemia, per presentare un buon caso per il suo amico che aveva partecipato a una gara di sconto per la fornitura di mascherine al pubblico.
Secondo Domani, la signora Meloni ha confermato di aver convocato il commissario, ma ha negato di aver cercato di influenzare la sua decisione.
Gli avvocati del capo del governo di coalizione di destra hanno accusato il giornale di aver inserito nel rapporto “titoli diffamatori e fuorvianti”.
Il processo è stato “il risultato di un articolo abilmente scritto per muovere accuse calunniose e prive di fondamento”, ha insistito all’AFP l’avvocato della Meloni, Luca Libra.
Secondo gli ultimi dati disponibili, diffusi dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) nel 2017, in quell’anno sono state intentate quasi 9.500 cause per diffamazione contro i giornalisti.
Le accuse di diffamazione mediatica comportano una pena detentiva da sei mesi a tre anni in Italia.
La Corte costituzionale italiana ha chiesto ai legislatori nel 2020 e nel 2021 di modificare la legge relativa ai casi, sottolineando che le pene detentive per accuse di questo tipo sono probabilmente incostituzionali.
Fonte: RES-EMP
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