La composizione del prossimo governo di destra italiano, forse sotto Giorgia Meloni, è tutt’altro che certa, a solo una settimana dall’inizio dei lavori di un nuovo parlamento.
Come riporta Bloomberg, il leader italiano di estrema destra vuole formare un gabinetto credibile per rassicurare investitori e alleati preoccupati per il debito, la crisi energetica e il possibile mancato raggiungimento di 200 miliardi di euro dalle casse dell’Unione Europea.
Moody’s ha avvertito mercoledì che ritardare le riforme necessarie per mantenere il flusso di denaro europeo e modernizzare l’economia italiana potrebbe portare a un declassamento del rating del credito.
Tuttavia, il rifiuto di Fabio Panetta di accettare un incarico chiave nel ministero delle Finanze ha gettato nello scompiglio i piani di Meloni. I membri del consiglio della Banca centrale europea dovrebbero accettare il lavoro, secondo persone che hanno familiarità con la questione che hanno chiesto di non essere nominate discutendo di informazioni riservate.
Meloni sarà sotto pressione per trovare rapidamente alternative se vorrà accelerare la transizione. La prima sessione del nuovo parlamento, in cui la coalizione di Meloni ha una comoda maggioranza, è prevista per il 13 ottobre. C’è ancora speranza che il nuovo governo sia pronto già il 20 ottobre, in occasione del vertice dei leader dell’Ue.
Questo programma è sempre stato molto ambizioso e secondo i media italiani, Meloni ha dichiarato che non parteciperà come primo ministro.
Scelta di meloni
Tra l’aumento dell’inflazione e i rischi di recessione, Meloni cercherà di nominare un rispettato tecnocrate – non un politico – a capo del ministero delle finanze. Con l’uscita di Panetta si rafforza la scelta del ministro in carica e veterano della Banca d’Italia Daniele Franco.
Un’altra opzione è Domenico Siniscalco, che ha ricoperto la carica nel 2004-05 sotto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Tra gli outsider figurano Luigi Bottiglione, ex dirigente della Banca d’Italia, e Dario Scanapieco, capo dell’istituto di credito statale Cassa Depositi e Prestiti SpA.
Oltre al Ministero delle Finanze, un’altra posizione chiave è l’energia. Roberto Cingolani, uno scienziato attualmente in servizio come ministro della transizione ecologica, è tenuto in grande considerazione da Meloni ma è improbabile che voglia restare, ha riportato giovedì il Corriere della Sera.
Il suo ruolo è fondamentale per garantire che l’Italia rimanga sulla buona strada per fermare l’uso del gas russo questo inverno senza essere costretta a effettuare blackout.
Tra i nomi che circolano sui media italiani per il post c’è l’amministratore delegato di Eni SpA Claudio Descalci, ma questo significa che il colosso petrolifero perderà la sua leadership mentre lavora con il governo per garantire forniture di gas naturale, gas dall’Algeria e dall’Egitto.
Tempo trascorso. Il nuovo governo deve iniziare subito a lavorare su una legge di bilancio che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre. Entro tale data devono inoltre completare almeno 26 dei 55 obiettivi richiesti per garantire l’erogazione della prossima tranche di fondi dell’UE entro l’inizio del 2023.
A dire il vero, Meloni avrà un margine di manovra sulla spesa, soprattutto se vorrà mantenere la sua promessa di proteggere la sua famiglia e l’azienda dai maggiori costi energetici. Draghi ha lasciato il prossimo governo sopportando una spesa di circa 9 miliardi di euro, grazie a una crescita migliore del previsto.