Le alluvioni in Emilia Romagna hanno causato la morte di 15 persone e causato danni per oltre 5 miliardi di euro. Il bilancio delle vittime è enorme e il Paese deve riflettere seriamente su cosa si può fare per prevenire un’altra tragedia simile.
Allo stesso tempo, però, i media menzionano un altro pericolo. Preoccupazioni rilevanti sono state sollevate dalle regioni di Forlì e Ravenna e riguardano altri effetti delle inondazioni. Le acque impetuose e gli estesi danni ai terreni agricoli hanno dato origine a una recrudescenza degli ordigni esplosivi risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, che ora sono sull’orlo della detonazione.
Ad oggi, nel ravennate, uomini e donne dell’esercito italiano hanno individuato 6 bombe avvenute in quel periodo. Questi meccanismi sono stati neutralizzati, ma gli esperti sottolineano che devono esistere altri meccanismi e che occorre compiere ogni sforzo affinché la maggior parte degli agricoltori e della popolazione rurale non siano esposti a rischi.
Allo stesso tempo, però, è molto probabile che le acque impetuose abbiano portato le bombe del secolo scorso nelle zone centrali di diverse città, il che significa che il pericolo è ancora maggiore. Per ora, in molte zone dell’Emilia Romagna, l’esercito italiano ha affisso per le strade manifesti con le foto degli ordigni ritrovati e ha chiesto a tutti i cittadini di prestare attenzione.