Le ONG fanno causa all’Italia per la confisca della nave confiscata che ha salvato i migranti | iRADIO

Un gruppo di organizzazioni non governative coinvolte nel salvataggio dei migranti nel Mediterraneo ha intentato una causa contro lo Stato italiano per aver lasciato una nave confiscata bloccata in porto. La Iuventa è stata attiva nelle operazioni di salvataggio fino al 2017, quando è stata confiscata dalle autorità, ha scritto l’APA. Tuttavia, secondo l’organizzazione, lo Stato italiano non si preoccupa affatto della nave e ora le sue condizioni sono pessime.




Roma

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La nave Iuventa nelle immagini del 2016 | Foto: Zohra Bensemra | Fonte: Reuters

Secondo il gruppo ONG, la nave era “in uno stato di disastro”. “Questo è il risultato di anni di negligenza e mancanza di manutenzione da parte delle autorità portuali di Trapani”, ha affermato l’organizzazione. Proprio nel porto siciliano si trovava la Iuventa, ancora sotto il controllo delle autorità italiane. Secondo la stampa, nel 2016 e nel 2017 la nave ha salvato in mare fino a 14.000 persone.


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L’ex membro dell’equipaggio ha intentato una causa anche contro lo Stato italiano. Uno dei suoi membri, Dariush Beigui, ha sottolineato che il tribunale ha ordinato alle autorità di riportare la nave nello stato precedente al sequestro.

Le autorità hanno sequestrato la nave nell’ambito di un’indagine sulla presunta collaborazione dell’equipaggio con i trafficanti di esseri umani. Secondo la Procura di Trapani l’equipaggio ha facilitato l’immigrazione clandestina, per la quale i membri rischiano fino a 20 anni di carcere. Tuttavia, gli ex membri dell’equipaggio si sono rifiutati di farlo.

Anche per gli standard italiani il processo è durato molto tempo e non è stata emessa nemmeno una sentenza di primo grado. La maggior parte della troupe proveniva dalla Germania e la stampa ha riferito che il tribunale di Trapani ha avuto grandi difficoltà nel fornire interpretariato e traduzione di alta qualità. Per questo motivo alcuni processi non si sono svolti affatto, cosa criticata dagli imputati venuti in tribunale in Sicilia dall’estero. Inoltre, il tribunale ha ordinato una revisione dell’interrogatorio, poiché vi erano dubbi sul fatto che l’interrogatorio fosse stato condotto in presenza di un interprete competente.

CTK

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Adriana Femia

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