Dal sabato santo cattolico ad oggi sono arrivati a Lampedusa e in Sicilia più di duemila immigrati e profughi, soccorsi dalla guardia costiera italiana e dai barconi delle organizzazioni non governative. Allo stesso tempo, continuano le operazioni di salvataggio di milleduecento “disperati del mare”, nella regione ionica, tra Calabria e Sicilia.
L’operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza, con le proprie navi, con la collaborazione di aerei Frontex e della Guardia Costiera italiana. Dopo essere stato criticato nelle ultime settimane per la mancanza di sostegno nel processo di soccorso, il governo Meloni sta ora ponendo molta enfasi sulla pubblicità delle operazioni di salvataggio.
Ma a Lampedusa la situazione è di nuovo al limite. Nella sola Pasqua cattolica arrivano sull’isola ventisei navi. Nel centro di accoglienza per immigrati e profughi, che ha realizzato un massimo di quattrocento posti letto, ci sono attualmente più di milleottocento persone.
In un’emergenza? Secondo la stampa italiana, il governo di Roma intende firmare una dichiarazione di emergenza per immigrazione e rifugiati. Con l’obiettivo principale di poter utilizzare più facilmente le navi militari e anche di noleggiare navi commerciali, trasportare persone soccorse in altre zone d’Italia e raggiungere i soccorsi di Lampedusa. Il governatore regionale della Sicilia, Renato Schifani, ha chiesto con forza all’alleanza conservatrice di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia di muoversi con urgenza in questa direzione.
Intanto i membri della ong tedesca Resqship che ha soccorso ventidue persone, a sud della Sicilia, lamentano che “in questo naufragio si sono perse almeno diciotto vite. due ore. Con un approccio veramente umano – senza essere ossessionati dalla protezione dei confini dell’Europa – questa nuova tragedia avrebbe potuto essere evitata.”
Theodoros Andreadis Syngellakis, Roma
Fonte: Deutsche Welle