Sfilata in classifica in un attimo, in 23 secondi, dal gol più veloce negli 84 anni di storia degli Europei di Nedim Bajrami, la squadra italiana ha reagito con inaspettata autorità, rimontando nel giro di un quarto d’ora e facendo la differenza . sembrava che lo separasse ancora dall’Albania, che supera quanto voleva con un colpo di testa di Alesandro Bastoni e un tiro al volo di Nicolò Barella per poi restare nel finale con una parata di Donnarumma contro Manaj.
Anche nei giorni più bui, lontani dalla grandezza della sua storia, al di fuori dell’ultimo Mondiale in Qatar, l’Italia è l’attuale campione d’Europa. È un difensore del titolo a cui praticamente nessuno in Germania dà una possibilità. Che ce l’abbia o meno lo determinerà il suo percorso, che inizia nel peggiore dei modi, ma viene corretto dal carattere e dalla velocità, seppure con alti e bassi.
Guidato da Spalletti dalla panchina, con una sola sconfitta in undici partite (3-1 contro l’Inghilterra), in campo ha proposto un numero di giocatori le cui dimensioni erano indiscutibili, qualunque fosse il momento, qualunque fosse il ruolo secondario che assumevano nelle vicende continentali. . Nessuno parla dell’Italia. E forse questo è il vantaggio più grande.
È vero che questo sabato affrontano la squadra peggiore del girone (alla seconda giornata aspetta la Spagna e all’ultima affronteranno la Croazia), ma negli Europei si presentano difensori con look deciso, gioco dinamico e assoluta precisione come Calafiori, accanto a Bastoni, la cui presenza è espressiva, campione di Serie A all’Inter. 22 e 25 anni.
Oppure Nicolò Barella, ottimo difensore centrale, in dubbio tutta la settimana per un fastidio al quadricipite, ma titolare nella formazione italiana, che conta anche Frattesi, Chiesa, Scamacca, Pellegrini, Di Marco, Jorginho, Di Lorenzo…E non è così. non è mai stato così facile iniziare come fai tu. Se c’erano dubbi, il gol di Bajrami li ha subito tranquillizzati. Senza intuirlo.
Nel giro di 23 secondi è stato un grave errore sulla rimessa laterale di Dimarco a dare una chance all’attaccante albanese. Il destro al volo dell’attaccante del Sassuolo (doppietta in questa stagione in Serie A) è stato imparabile da Donnarumma.
Il gol più veloce in 17 edizioni degli Europei. Ha strappato il record al russo Dmitri Kirichenko, con il suo gol al 67esimo secondo contro la Grecia il 20 giugno 2004. L’incredulità dell’Italia. Insicurezza. E ribellione. La risposta è stata concreta. Fulminante.
Non ha aspettato un attimo. Prende colpi, controlla la palla, aggiunge distanza e attacca. Sposta tutta l’azione sul piano opposto. Non c’è bisogno di affrettarsi. Il gioco rimane intatto. Ma non c’è nemmeno spazio per dubbi. Il tempo è contro di noi. Anche la sensazione. Se non fosse stato per la sua reazione convincente. Questo lo rafforza. Poi, prima che la pentola a pressione traboccasse, con circa 40.000 tifosi albanesi sugli spalti, il punteggio era 0-1.
All’11’, un calcio d’angolo corto, un cross perfetto sul secondo palo di Pellegrini e l’unico tiro preciso di Bastoni annunciano al pubblico intero che lo 0-1, vittoria parziale dell’Albania, è stato solo uno spreco dei primi istanti. . Il gruppo di Sylvinho non lo ha difeso per niente bene. Che si tratti del calcio d’angolo, del successivo tiro centrale o del tiro finale. Troppi errori.
Cinque minuti più tardi Barella realizza il 2-1 con un tiro al volo da fuori area. Gli è bastato un errore per mostrare la sua lezione. Anche per dare sollievo all’Italia, che nel primo tempo non va oltre perché il tiro di Fratessi viene parato dal palo e perché il portiere Strakosha serve un cross che nega il terzo gol di Scamacca. L’Albania sopravvive. Temporaneo.
La sua sopravvivenza è difensiva. Non un attacco. Ogni volta che superava i suoi attaccanti di centrocampo, con minime aspirazioni di produrre un attacco, i suoi tifosi esultavano in attesa. Non si sono verificati altro che attentati a pochi metri da un evento. Oppure un calcio d’angolo, il tifo come un gol. Ma non è stata solo l’Italia a vincere. Controlla quasi tutto. Fino al tratto finale.
La distanza è minima sul tabellone. In campo la differenza è molto maggiore. Ma margini così ristretti sono sempre una preoccupazione per chiunque. Anche per l’Italia, che viene ridicolizzata in circolazione in territorio albanese, aspettando l’occasione per assicurarsi contro gli imprevisti. Non ne ho bisogno. Sì, ultima tappa per Donnarumma. Sta giocando con il fuoco. Due momenti. All’inizio e alla fine. È sopravvissuto a entrambi.
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