L’Italia ha trovato il caos in questo Campionato Europeo, ma non ha perso nulla della sua vecchia autorità. A Wembley l’Austria, esordiente in qualificazione, lo ha combattuto riuscendo a trascinarlo ai tempi supplementari, ma lì i vecchi giganti si sono ripresi e si sono qualificati ai quarti di finale con due reti di Chiesa e Pessina. Se gli ottavi di finale sono un’area sconosciuta per le squadre dell’Europa centrale, per non parlare dei tempi supplementari, figuriamoci contro l’Italia. Le aree sul bordo sono state sempre gestite in modo naturale, anche quando erano cadute da un dirupo. Lo ha fatto senza una piega nella tuta. Chi entrava nell’entourage italiano nei tempi supplementari lo faceva con il sospetto di essere derubato, anche se credeva di avere il controllo. Anche se non c’è intenzione di arrendersi, come il team Foda, che di fatto ha accorciato le distanze. Ma l’Italia è ancora lontana.
Due
Gianluigi Donnarumma, Leonardo Spinazzola, Di Lorenzo, Bonucci, Acerbi, Jorginho, Verratti (Manuel Locatelli, min. 66), Barella (Matteo Pessina, min. 66), Immobile (Belotti, min. 83), Berardi (Federico Chiesa, min. . . . 83) e Insigne (Cristante, min. 107)
uno
Bachmann, Hinteregger, Alaba, Stefan Lainer (Trimmel, min. 113), Dragovic, Laimer (S. Ilsanker, min. 113), M. Sabitzer, Florian Grillitsch (Schaub, min. 105), Christoph Baumgartner (Schopf, min. 89), Xavier Schlager (Gregoritsch, 105) e Arnautovic (Sasa Kalajdzic, 96° minuto)
bersaglio 1-0 minuto 94: Federico Chiesa. 2-0 minuti 104: Matteo Pessina. 2-1 minuti 113: Sasa Kalajdzic.
Arbitro antonio taylor
Carta gialla Arnautovic (min. 1), Di Lorenzo (min. 49), Barella (min. 50), Hinteregger (min. 102) e Dragovic (min. 120)
L’Austria non vuole scivolare una volta arrivata agli ottavi per la prima volta, quindi si precipita a prendere possesso del centrocampo, prova a lottare per la palla contro l’Italia e vede se diminuisce. Ha funzionato per lui fin dall’inizio, dato che è stato in grado di eliminare Jorginho e Verratti, e ha mantenuto la posizione affrontando rapidamente la palla, soprattutto tra Sabitzer e Grillitsch. Nessuna traccia di tremore apparve su di loro. Hanno giocato nella speranza di trovare il vulcanico Arnautovic a un certo punto. L’attaccante, giramondo poliglotta, ora in Cina, cerca la distanza ravvicinata come difensore centrale e dopo una gara dove ha misurato il passo e spinto con Bonucci sorprenderà Donnarumma.
Quel passaggio permise all’Austria di rimanere nella zona neutrale per un po’, ma passò rapidamente. L’Italia, che non batteva dal 1960, ha sempre mantenuto la sua compostezza, che in questo Campionato Europeo ha aggiunto tanto gusto al piccante, e quasi nessun freno. Non ha mai segnato più di due gol in una partita europea, e in questa partita lo ha fatto due volte. Ha represso per 1-0 la venerata umiltà di vecchia data, mentre non ha smesso di proteggere la porta, dove fino a ieri sera ha legato undici partite al nulla.
Le prime accuse di ribellione al commando austriaco di breve durata lanciato dalla sua fascia sinistra da Spinazzola, un incubo, il migliore della partita. Primo tiro, primo pallone in area di rigore, primo palleggio per aprire lo spazio. L’esterno della Roma è esploso in Nazionale come una delle loro maggiori minacce offensive, fortemente legato a Insigne, dilettandosi nell’area avversaria.
Fu lì che l’Italia iniziò a scuotere una piccola area del calcio austriaco, finita con la morte quando Verratti sembrò rivendicarlo per sé e per Jorginho, fino ad allora da seguire da vicino. Hanno minato i loro rivali con una combinazione di avarizia vecchio stile e il desiderio di segnare da una linea d’attacco incredibile e implacabile.
La partita è andata a Verratti che, sostenuto da Jorginho, ha deciso tutto. Tanto che in campo non c’era traccia di David Alaba, il calciatore più influente del calcio per la sua squadra. L’ultimo acquisto del Real Madrid è in grado di gestire le partite dal suo terzino sinistro o da dove vuole durante una partita a torso nudo. Il suo potere di selezione è immenso. Anche per questo, quando non compare, il vuoto è più visibile.
Fino a quando Alaba stesso non ha rotto il guscio per incontrarlo. Lo ha fatto da set isolati, avventure con Arnautovic, solitario, boe galleggianti. Palla volata in area di Donnarumma, Alaba di testa su un compagno di squadra e tutti e sette vanno a rete. Il VAR lo trova in fuorigioco, annullando il gol e accendendo la partita. Il raduno degli espatriati italiani da lui ordinato sugli spalti di Wembley ha celebrato l’annullamento come se avessero segnato. Sorpresa bollente.
Entrando in quella zona calda, mentre il pareggio si avvicinava al punto in cui una delle due squadre cadde irrimediabilmente dalla scogliera, i debuttanti Foda non si tirarono indietro. Hanno subito attaccato, prima dell’Italia. La partita è andata storta e Mancini ha schierato Verratti per Locatelli. Poi ha portato Belotti e Chiesa. Ma l’Austria non si sta restringendo.
Estende la sua autostima ai tempi supplementari e va un po’ oltre. Quando dopo 90 minuti l’arbitro ha chiamato al gioco alcuni austriaci erano ancora sparpagliati sull’erba mentre i fisioterapisti cercavano di rianimarlo. Ben presto scagionati da Chiesa, che controlla di testa un altro passaggio tossico di Spinazzola, sempre lui, taglia e segna. Poco dopo Pessina sembrava letale con un secondo, ma l’Austria non voleva che la serata finisse e Kalajdzic colma il divario. Ma nulla fermerà l’Italia, che è già arrivata ai quarti di finale, dove attende il Belgio o il Portogallo.
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