Non è la prima volta che l’azienda italiana di abbigliamento Benetton provoca una controversa campagna pubblicitaria. Questa volta, sempre seguendo la “corrente” dei tempi, per la sua pubblicità ha utilizzato immagini di migranti appena salvati nel Mediterraneo. Provocare la reazione delle ONG coinvolte nel salvataggio e riaprire il dibattito sui limiti che esistono nell’espressione artistica, soprattutto se lo scopo è puramente commerciale.
Organizzazione Non Governativa “SOS Méditerranée”, ha subito reagito all’utilizzo della foto dei migranti in giubbotto di salvataggio appena salvati dalla nave “Aquarius” dopo un thriller durato più giorni a causa del rifiuto dell’Italia di accoglierli sul suo territorio, cosa che alla fine ha fatto la Spagna. La ONG tedesca separa completamente la sua posizione, sottolineando che “La dignità della società deve essere rispettata in ogni circostanza. La tragedia umanitaria che si sta verificando nel Mediterraneo non deve essere utilizzata per scopi commerciali”. Allo stesso tempo, ha condannato l’“iniziativa individuale” del fotografo che ha fornito la foto per la pubblicità, sottolineando che lui stesso non ha dato il consenso all’uso della sua foto per scopi commerciali.
Il nuovo annuncio ha scatenato una reazione negativa, anche da parte del leader della controversa Lega nazionalista italiana e ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha twittato: “Sono l’unico che lo trova vile?”
E forse Benetton non ha reagito ufficialmente a tutto l’imbarazzo causato, secondo la sua tattica persistente, ma ciò non ha significato la stessa cosa per la “mente” della campagna, il controverso fotografo Oliviero Toscani, che dopo aver definito le foto “drammatiche”, ha affermato: “Perché Salvini ha reagito così, allora ho ragione”. E come ha detto in modo significativo: “Vi ho appena mostrato cosa è successo. Una volta eravamo un paese di persone buone, oneste e generose. Sfortunatamente, dopo un breve periodo di prosperità, che non ha toccato nemmeno tutti, siamo diventati egoisti”…
Forse non aveva torto. Dopotutto, i Toscani possono essere considerati il “misuratore della sfida” ed è il “cervello” dietro la pubblicità controversa e scioccante che è riuscita a fare colpo in Benetton negli ultimi tre decenni.
Dalla fine degli anni ’80, fino all’inizio del 2000, quando lasciò la Benetton, ha voluto “segnarci” con immagini indimenticabili come quella di un malato di Aids che muore tra le braccia della sua amata, una donna nera che allatta. un bambino bianco, o una suora in un abbraccio “malvagio” con un giovane prete. E la sua “eredità” è continuata negli anni successivi, come nel 2011 con una serie di foto di leader stranieri “rivali” che si baciano sulla bocca, come il Papa con un prete…
Sesso, violenza, razzismo, cruda realtà, immagini che perforano lo stomaco e accendono un fuoco nella mente! È solo una sfida fine a se stessa? È questo un punto di vista artistico? È una trovata pubblicitaria? È questa una nuova era nell’espressione creativa? Comunque sia, l’unica cosa certa è che ogni volta che crea “rumore” intorno a un famoso marchio italiano, apre anche discussioni sulle gravissime questioni che si trova ad affrontare. E non è un caso che in un anno in cui la Benetton registrò pesanti perdite, Toscani tornò “dopo Vaios e Kladons” facendo quello che sapeva meglio di chiunque altro.
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