“Mani Pulite” che rovesciò la I Repubblica Italiana

Il punto di svolta nello scioglimento della Prima Repubblica Italiana fu l’Operazione Mani Pulite, iniziata nel 1992, quando un gruppo di giudici guidati da Antonio di Pietro iniziò a indagare su casi scandalosi.

In un Paese composto fondamentalmente da un solo partito, la Democrazia Cristiana, al potere dal 1946, non è difficile presumere che il Paese apparterrà ai politici. Con tutto il necessario.

Questa operazione è conosciuta anche come Tangentopoli (città della corruzione) e si è verificato in un periodo molto critico per la politica italiana: la Democrazia Cristiana ha vissuto un tracollo politico, il PCI all’opposizione ha avuto i suoi problemi da risolvere -a causa del crollo della SSR-, mentre i partiti con un’agenda separatista, come il Partito Comunista Italiano della Lega Nord vide crescere la propria forza.

È chiaro che l’Italia è a una svolta.

I giudici hanno portato alla ribalta decine di casi di corruzione – prima a Milano e poi in tutta Italia – che hanno visto protagonisti politici e imprenditori.

Spesso le confessioni dei politici sono tragiche, come quella di un socialista, che ha aperto la porta di casa e ha visto due carabinieri.

Convinto che fossero venuti per arrestarlo, ha confessato tutto. I due carabinieri lo guardarono sorpresi, rispondendo che avevano appena suonato il campanello per comunicare una chiamata del Traffico.

Forse l’esempio più comune della caduta di un politico è il socialista Bettino Craxi, che, per evitare il carcere, fuggì (e alla fine morì) in Tunisia.

Anche Berlusconi e i suoi affari non sono sfuggiti alle indagini. Infatti, secondo un punto di vista, Berlusconi è entrato in politica nel 1994, per proteggere il suo regno dalla giustizia.

A poco a poco, l’epurazione divenne una faida Berlusconi-Di Pietro, nella quale Berlusconi inviò funzionari governativi nel suo ufficio, in modo da non rilevare alcuna irregolarità.

“Mani Pulite” ha mandato in prigione decine di italiani, ma non pochi hanno approfittato dello spiraglio della Giustizia (o semplicemente di una nuova realtà politica) per scappare.

Forse il più grande “esperto di finestre” è lo stesso Silvio Berlusconi, che spesso cambia la legge per evitare procedimenti giudiziari.

In ogni caso si trattò di un’operazione di portata senza precedenti, che portò al crollo dell’intero sistema partitico.

Anche lo stesso Di Pietro si occupò di politica. È stato Ministro dei Lavori Pubblici nel governo Prodi (2006), eletto eurodeputato e senatore.

Fondò poi il partito politico “L’Italia dei Valori”, che ottenne però una percentuale bassa.

Apostolos Roubanis

ALTER EGO Sala stampa

Marino Esposito

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