L’Iran minaccia le famiglie dei giocatori se non si comportano correttamente
Il governo iraniano ha minacciato i parenti della sua nazionale ai Mondiali di “carcere o tortura” se i giocatori selezionati “non si comportano bene” durante le partite che ha giocato oggi contro la squadra statunitenseLo ha riferito la CNN.
A seguito del rifiuto dei giocatori iraniani di cantare l’inno nazionale nella loro prima partita contro l’Inghilterra, Il 21 novembre i giocatori sono stati convocati a un incontro con i membri del Corpo delle guardie rivoluzionarie iraniane (IRGC), ha assicurato la catena americana una fonte legata alla sicurezza del campionato.
Secondo la fonte, le autorità iraniane hanno avvertito i giocatori che le loro famiglie avrebbero dovuto affrontare una situazione di “violenza e tortura” se non avessero cantato l’inno nazionale o se si fossero uniti a proteste politiche contro il regime di Teheran.
Nella seconda partita della squadra iraniana, il 25 novembre, dove hanno battuto la squadra gallese 2-0, i giocatori hanno cantato l’inno nazionale all’inizio della partita. Fonti consultate dalla CNN hanno affermato che dozzine di funzionari dell’IRGC sono stati reclutati per controllare i giocatori iraniani, ai quali non è consentito associarsi al di fuori della squadra o incontrare stranieri.
Carlos Queiroz, allenatore del Portogallo per la nazionale iraniana, ha incontrato separatamente i funzionari dell’IRGC dopo che sono state trasmesse minacce contro i giocatori iraniani e le loro famiglie, hanno detto le fonti. E, secondo l’outlet americano, Queiroz ha detto ai calciatori iraniani che possono protestare ai Mondiali, ma solo secondo le regole della FIFA.
La CNN ha anche confermato che “nella partita finale contro il Galles, il regime (degli ayatollah) ha inviato centinaia di attori per creare un falso senso di sostegno alla squadra. Per la partita di questo martedì contro gli Stati Uniti, il regime prevede di aumentare significativamente il numero di giocatori.” il numero di attori presenti allo stadio”, ha spiegato la fonte.
Sono iniziate le proteste nelle città di tutto il Paese per la morte di una ragazza curda di 22 anni, Mahsa Aminma si sono evoluti e ora i manifestanti chiedono la fine della Repubblica islamica fondata dall’Ayatollah Ruholá Khomeini nel 1979.