Gli edifici abbandonati sono un pericolo per i passanti ma anche una fonte di inquinamento, mentre la loro presenza funziona, dicono gli esperti, e mina i valori del patrimonio immobiliare circostante. In parole semplici, distruggono lo spazio urbano e creano un ambiente poco attraente per i residenti circostanti (a causa dell’accumulo di rifiuti, presenza di roditori, ecc.), futuri visitatori e investitori.
Sfortunatamente, gli edifici neoclassici abbandonati rientrano nell’equazione, quindi, come ha detto il presidente della Federazione Panellenica dei Proprietari (POMIDA) Stratos Paradias alla “NEA”, siamo diretti a un completo discredito del nostro patrimonio architettonico. Come sottolinea, questa parte non sfruttata del nostro patrimonio culturale ha un impatto diretto sul turismo, mentre allo stesso tempo si perdono preziose risorse a causa della mancanza di lavori di restauro.
cintura grigia
Come caratteristicamente indicato in una lettera al ministro della Cultura Lina Mendoni firmata dal consulente legale dell’Associazione per la conservazione e i monumenti Evi Mamidaki, aree come Omonia e altri quartieri storici del centro di Atene sono state trasformate in zone grigie, occupate da piazze , con vecchi edifici neoclassici abbandonati e altri straordinari edifici tradizionali in costante degrado, con conseguenze disastrose per l’immagine della capitale e l’incolumità dei suoi visitatori.
La tragica conferma del suddetto pericolo è stata l’incidente avvenuto lo scorso febbraio a Larissa, in cui ha perso la vita uno studente di 22 anni quando è stato schiacciato dai muri di un vecchio edificio mentre tornava da una festa.
Non esistono cifre esatte per quanto viene conservato in tutto il paese. Si stima però che in totale siano più di 20.000, mentre nel caso del Comune ateniese abbandonato (conservato o meno) si superano i 1.500 e si distribuisce su tutte e sette le unità cittadine. Come afferma Evi Mamidaki, “se non facciamo qualcosa per gli stessi edifici che affermiamo di essere, molto precisamente, conservati per proteggerli, finiremo con l’accuratezza matematica di classificarli come indesiderati e distruggerli”.
Allo stesso tempo, come sottolinea Margarita Thomakou, segretaria generale dell’Associazione panellenica dei proprietari di edifici conservati, altri paesi, come l’Italia, con storie, culture e problemi simili (sismicità, debito pubblico, ecc.) fondi forniti con investimenti attraverso la catena scalabile del turismo culturale, come musei, edifici storici, insediamenti tradizionali.
Purtroppo, secondo l’Associazione panellenica degli edifici e dei monumenti conservati, il nostro Paese, che ha il maggior bisogno in quest’area, nel recente Piano di Rilancio “Grecia 2.0” ha previsto un finanziamento minimo per le infrastrutture culturali. In particolare, vengono presi in considerazione solo i miglioramenti digitali ed energetici degli edifici, con il risultato che la maggior parte dei fondi viene convogliata verso altri pilastri dannosi per la civiltà.
“Per molti anni non abbiamo mai creduto che questi edifici potessero portare notevoli benefici ai proprietari e allo Stato, perché i costi di restauro e le difficoltà burocratiche sembravano insormontabili”, si legge nella lettera inviata al ministro della Cultura.
Per oggi è previsto un incontro con Lina Mendoni, durante il quale i rappresentanti di POMIDA dell’Associazione Panellenica per gli Edifici e i Monumenti conservati presenteranno una “cassetta degli attrezzi” con le disposizioni necessarie e le azioni di soccorso che ritengono opportuno intraprendere. Ciò include, tra l’altro, le normative fiscali, l’eliminazione dei disincentivi, l’accelerazione delle lunghe procedure di approvazione e licenza e altre leggi e regolamenti necessari.
Per 19 anni
“Il primo passo da compiere è l’emanazione di un PD per l’istituzione di incentivi finanziari, per i quali abbiamo un obbligo indiscutibile secondo le convenzioni internazionali che sono state promulgate per 19 anni, sulla base della Costituzione e della Convenzione di Granada da noi sottoscritte . statale, con sostanziali misure di sgravio fiscale da parte dei suoi proprietari “ha sottolineato il presidente dell’Associazione, il professor Plutarchos Giannopoulos. Inoltre, il ministero dell’Ambiente dovrebbe presentare un disegno di legge sul rinnovamento e la rigenerazione urbana dopo Pasqua, che stabilisce il quadro per il processo di intervento per il recupero e il riuso di edifici abbandonati o parti di essi.
“Ta NEA” fa ampio riferimento a questo tema in un documento del 22 marzo 2022. Sulla base di quanto stimato, la gestione 50 anni di edifici abbandonati può essere svolta da comuni, enti di diritto pubblico nonché persone fisiche, se tali proprietari non importa.
Programma “Mantieni”.
Per quanto riguarda esclusivamente il salvataggio di edifici abbandonati conservati, sono previsti nuovi strumenti di programma in logica “Auto-Save” con il nome “Maintain”. Sulla vicenda nel DPR è recentemente intervenuto il viceministro competente per l’Ambiente, Nikos Tagaras. Secondo quanto noto, il programma prevede tre azioni: a) pulizia della facciata, adottando misure di salvataggio immediato dell’involucro dell’edificio, b) restauro della facciata e dell’involucro, c) restauro dell’intero edificio.