Pagine di storia… 1947: il ministro George Papandreou ordina l’occupazione dell’ospedale di Rodi

Perseveranza
Costa Chalachouris

Questo è un documento. Al loro arrivo a Rodi, i fratelli Nikolaos e Lazaros Tiliakoi prestarono servizio nell’ospedale “Thermae”. La loro preoccupazione era quella di informare il governo greco della situazione prevalente nelle isole del Dodecaneso, che, con la resa incondizionata della Germania, erano sotto l’occupazione britannica, a seguito della decisione del quartier generale alleato del Medio Oriente.

Oggi pubblichiamo le Note dei fratelli, che furono inviate al presidente della Croce Rossa Greca, Alexandros Zannas (1892-1963), in riferimento all’ospedale di Rodi, alla vendita di edifici e ad altre questioni di interesse in quel momento.

La nota, datata 26 luglio 1945, recita:
“La nostra gioia è immensa e oggi possiamo comunicare con te, uno di quelli che abbracciano in ogni caso la lotta greca.
Pochi giorni fa abbiamo raggiunto Itaca da soli e così il nostro cerchio di avventure individuali si è chiuso.
Con il nostro arrivo, sono state poste sul tappeto anche domande sull’ospedale di Rodi, di cui ci permetterai di parlare a lungo.

Lettera Teliacs - copia

Lettera Teliacs – copia

La Scuola Italiana e gli Ospedali di Rodi e Kotelia – sia come edifici che come strutture – furono costruiti tra il 1924 e il 1926 dalla Missione Italiana Cattolica, sotto la sua direzione e direzione operarono fino al 1937, quando l’allora Comandante Generale De Vecchi li acquistò a spese dello Stato italiano e da allora operano come pure istituzioni di Governo. E nelle scuole italiane i professori sono nominati dal Ministero della Pubblica Istruzione italiano in sostituzione dei missionari, mentre negli Ospedali gli infermieri sono limitati alle loro pure funzioni infermieristiche, alla gestione finanziaria e alle altre amministrazioni svolte dal governo italiano.

La lettera dei fratelli Tiliakou è stata inviata al Primo Ministro dalla Croce Rossa ellenica

La lettera dei fratelli Tiliakou è stata inviata al Primo Ministro dalla Croce Rossa ellenica

Campioni
Dopo l’occupazione italiana e la dominazione tedesca di Rodon, il comandante in capo ammiraglio Campioni (1) fu catturato dai tedeschi e poi fucilato dai neofascisti

Rimase al suo posto il governo di Mussolini, vice comandante di Farali(2), convinto dagli antichi tedeschi a esercitare l’amministrazione politica.
Naturalmente, poiché si prevedeva che l’Italia avrebbe perso il Dodecaneso, Faralli vendette la Scuola e l’Ospedale Italiano di Rodi e Kos per quattro milioni di lire al Vaticano rappresentato dall’Arcivescovo italiano di Rodi(3).

In questo modo, i coloniali britannici si trovarono prima di un minuto dal punto di vista diplomatico e legale, problema che si ritenevano incapaci di affrontare, data la natura temporanea dell’occupazione militare, sebbene in linea di principio riconoscessero la collusione tra i Vaticano e governo italiano.
Secondo i giuristi greci qui presenti, la vendita è illegale per tre motivi principali:

a) Il vicecomandante Farali non è riconosciuto come tale dal governo neofascista. Tuttavia, a parte questo, i doveri del sub-amministratore sono chiaramente definiti e secondo l’avvocato non ha diritti di compravendita, b) Il prezzo di quattro milioni di lire è molto contenuto, poiché il valore effettivo di questo edificio è di alcune decine di milioni, ec) secondo la legge ecclesiastica Città del Vaticano, ogni acquisto o vendita eccedente le trecentomila lire necessita dell’approvazione del Consiglio di Stato, cosa che in questo caso non è stata fatta.

L’importante è che rischiamo non solo di perdere questi edifici, ma soprattutto che la propaganda italiana si conservi nelle isole e dopo la nostra integrazione in Grecia.
Si è ritenuto superfluo ricordare che né l’ospedale né la scuola dipendevano dalla Missione Cattolica o dal Governo, erano centri di nidi di vespe antiellenici. Abbiamo scritto quanto sopra non al Presidente della Croce Rossa ellenica, ma a un greco al quale abbiamo chiesto di agire secondo la sua migliore opinione (4)…

Papandreou
Ma le guardie lo sanno. Subito dopo l’insediamento dell’Amministrazione Militare Greca del Dodecaneso, il ministro di Rodi, George Papandreou(5), ordinò l’occupazione dell’Ospedale ed è così che lo descriviamo nel nostro libro “La politica economica italiana nel Dodecaneso” pubblicazione Trochalia, pagina 149:

“Il primo passaggio di occupazione è avvenuto per ordine del ministro dell’Interno, Georgios Papandreou, proprio il secondo giorno del passaggio di consegne del Dodecaneso dalla Gran Bretagna all’amministrazione militare greca. Alla vigilia della resa del Comando, ebbe luogo il primo incontro delle Autorità greche, in cui il comandante militare vice ammiraglio Dodecaneso P. Ioannidis(6), il consigliere politico M. Stasinopoulos(7) il consigliere di Stato, il segretario generale George Papachatzis (8) hanno partecipato consiglieri di Stato e rappresentanti del ministero distaccato presso l’amministrazione militare. Hanno partecipato anche il ministro degli interni George Papandreou e il ministro delle finanze Dimitrios Xelmis(9).

L'ammiraglio Campioni, equipaggio di giovani ufficiali dell'incrociatore

L’ammiraglio Campioni, equipaggio di giovani ufficiali dell’incrociatore “Amalfi”, che prese parte all’operazione per la cattura di Rodi, nel 1912

Vari argomenti sono stati trattati dalla dracma alla lira italiana e alla sterlina BMA delle forze armate britanniche. Ad un certo punto G. Papandreou, rivolgendosi all’alto comandante della Gendarmeria, ha detto: “Ti affido una missione storica. Domani mattina alle 8 occuperai l’Ospedale Cattolico. Non si capisce più che i nostri confratelli del Dodecaneso si stanno radunando nei corridoi dell’hotel “Thermae”.

A quel tempo, “Thermai” era stato convertito in un ospedale temporaneo. La scena è stata descritta dall’Ambasciatore Xrysanthopoulos (10), allora collegamento tra il Ministero degli Affari Esteri e l’Amministrazione Militare, nella sua nota aneddotica (11): “Sto aspettando la reazione dell’ammiraglio Ioannidis o del M. Stasinopoulos.

Davanti al pubblico silenzio, mi sono alzato e ho detto che l’Ospedale Cattolico è stato trasferito in Grecia non appena è stato ratificato il Trattato di Pace e quindi bisognerebbe attendere la ratifica per non cedere alla Chiesa cattolica, dal primo giorno della presenza greca nel Dodecaneso, l’occasione per accusare il pubblico ea livello internazionale, per azioni quasi impossibili da compiere all’estero.

Ugo Farali, diplomatico, Vice Governatore delle Isole Egee italiane

Ugo Farali, diplomatico, Vice Governatore delle Isole Egee italiane

“Georgios Papandreou ha risposto “Ho ordinato” e se ne è andato, sciogliendo così la riunione. Ho immediatamente arrestato D. Xelmis, l’ammiraglio e consigliere imperiale e ho detto loro che un’occupazione violenta avrebbe causato un putiferio internazionale, con immagini di pazienti – veri o falsi, nonostante – uscendo di casa. malato su una barella con suore che urlavano. Il signor Xelmis era convinto e siamo andati insieme in albergo per convincere il presidente a revocare l’ordine. Ma se n’era andato. Lo abbiamo aspettato fino a tardi quando è tornato .

Xelmis gli disse che l’occupazione doveva essere annullata per i motivi che avevo sviluppato. Papandreou ha risposto che purtroppo non poteva revocare l’ordine che aveva dato al comandante anziano della Gendarmeria perché lo aveva annunciato in occasione di un battesimo in cui era stato presente. Infine, ho chiesto al presidente di posticipare l’occupazione dalle 8:00 alle 11:00.

Gli ho spiegato che, a parte lo spiacevole impatto della violenta occupazione sulle istituzioni cattoliche, l’intero progetto risente del fatto che non abbiamo nemmeno chiesto all’arcivescovo cattolico di consegnare l’ospedale.

Apostolos Zannas con Eleftherios Venizelos - Foto tra le due guerre

Apostolos Zannas con Eleftherios Venizelos – Foto tra le due guerre

Non c’è modo che ce lo consegni volontariamente, ma prima dell’occupazione dobbiamo chiederlo. Se rifiutano, abbiamo motivo di capire. Papandreou ha accettato il ritardo di tre ore.
La mattina dopo ho fatto visita all’Arcivescovo, gli ho spiegato che avevamo bisogno di un Ospedale, che però sarebbe stato trasferito allo Stato una volta ratificato il Trattato.

Ho aggiunto che l’atteggiamento della consegna volontaria anticipata dell’Ospedale sarebbe apprezzato dall’opinione pubblica, che ha legato la Chiesa cattolica al governo italiano e che una tale offerta sarebbe l’inizio di una nuova era di rapporti tra l’Arcidiocesi cattolica e l’arcidiocesi cattolica. La nuova amministrazione militare greca. L’arcivescovo è stato ricevuto e ha tenuto un ricevimento in ospedale a G. Papandreou alle 11 (12)…

Temistocle Crisantopoulo

Temistocle Crisantopoulo

APPUNTI
1. Inigo Campioni (14.11.1878-24.5.1944) Giustiziato dalla Repubblica Sociale di Mussolini
2. Iginio Ugo Faralli (1889-1965). Diplomatico. Vice Comandante delle Isole Egee italiane dal 18.9.1943 al 7.5.1945

3. L’arcivescovo cattolico è Florido Ambrogio Acciari. Nacque il 18 novembre 1880 a Roccalvecce in provincia di Viterbo e morì il 10 marzo 1970 con il titolo di Arcivescovo di Rodi.
4, Continuando con un altro argomento. Alla fine hanno scritto: “Ci stringiamo la mano rispettosamente”.

5. George Papandreou (13.2.1888-1.1.1.1968). Ministro dell’Interno dal 27.1.147 al 29.8.1947.
6. Pericle Ioannidis (1.11.1881-7.2.1965)
7. M. Stasinopoulos (27.7.1903-31.10.2002)

8. Papachatzis Georgios (1905-1991), giurista.
9. Dimitrios Helmis (1894-1957)
10 Temistocle Leonida Chrysanthopoulos, diplomatico di carriera. nato a Chania il 27.7.1915.
Seguito al ministero (22.8.1945).

Conferenza di pace a Parigi con missione speciale 27.7.1946-22.10.1946. Amministrazione militare del Dodecaneso a Rodi 22.3.1947. Senza esagerare fu, nonostante la giovane età, il ministro degli esteri informale del Dodecaneso. È così che si chiamava ogni volta che lo incontravamo negli anni ’90.

11. Nota intitolata “Liberazione del Dodecaneso 1947”, dattiloscritta in maiuscolo, di 11 pagine, datata 27 febbraio 1995 e firmata da Th. L. Chrysanthopoulos, ambasciatore onorario di Grecia, poi collegamento del Ministero degli Affari Esteri con l’Amministrazione Militare del Dodecaneso.

Scrive come è stato nominato a questo incarico: “Tutti i ministeri nominano rappresentanti dei superiori dei propri dipendenti. Il ministero degli Affari esteri ha nominato me, addetto dell’ambasciata con due anni di esperienza, con prima classe poi sopra classe di segretariato. Scusa, mancanza di interesse di funzionari di alto rango Naturalmente sono contento della mia scelta.

In primo luogo, ho affrontato le isole del Dodecaneso alla Conferenza di pace, in qualità di membro della delegazione greca presso la Commissione militare su questo tema, rappresentata dall’ambasciatore greco Kimonas Dianandopoulos e dall’esperto militare ammiraglio Konstas. Secondo, perché mio padre ebbe un ruolo simile nell’integrazione di Creta nel 1913. Il mio titolo, “consigliere diplomatico del comandante militare del Dodecaneso…”.

Parte di questo testo è il discorso di Chrysanthopoulos ad un evento del 7.3.1997, della Fondazione culturale “Kleoboulos Lindios” ad Atene in occasione dell’incorporazione del Dodecaneso. Il giornale “Democratici” 16-31.7.1997.

12. Attraverso le parole “ho detto” e “non posso riprenderlo” pronunciate dalle labbra ufficiali della Grecia, dal ministro dell’Interno G. Papandreou in determinati eventi, si può vedere cosa si può ottenere, nella contesto del diritto internazionale, applicando la legge.

Marino Esposito

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