Dal 2002 al 2010 le ferrovie greche, che operavano come ente statale, sono state controllate a distanza e durante questo periodo non sono stati registrati incidenti ferroviari gravi.
Poi dal 2011 ad oggi non c’è più il telecontrollo se non in diversi reparti negli ultimi 2 anni. È intervenuta la privatizzazione e ci sono stati molti incidenti ferroviari mortali.
Questa privatizzazione non è stata accompagnata dalla creazione di un’autorità di regolamentazione efficace e dall’intervento sulle questioni di sicurezza. Invece – come se lo facesse apposta – la RAS opera con una carenza di personale di sole 4 persone. Alcuni dicono che esiste solo di nome.
Consideriamo l’esperienza europea. Due paesi hanno ferrovie completamente private: la Svezia da 40 anni con una fortissima Autorità di Regolazione responsabile della sicurezza con ottimi risultati e un alto indice di soddisfazione dei passeggeri. Tuttavia anche il Regno Unito ha ferrovie completamente private, ma è in procinto di ritornare al modello statale, mentre il pubblico passeggeri mostra un basso indice di soddisfazione e gli incidenti chiaramente non possono essere ignorati.
In altri paesi dell’UE, le compagnie ferroviarie private operano quasi esclusivamente nel trasporto merci, con alcune eccezioni sulle linee di collegamento come in Spagna (Madrid–Barcellona) e nei Paesi Bassi.
Il tragico incidente di Tempe nel nostro Paese ha poi aperto un dibattito pubblico molto acceso e ha messo in luce agenti patogeni fino ad ora non evidenziati. Le istituzioni non sono il punto forte di questo Paese. Sulle pagine di Enti e Ministeri è in corso una feroce battaglia tra imprenditori, funzionari e politici sui diritti di opzione. Quella cosa ha una spiegazione. Qualcuno potrebbe vederlo facilmente se fosse informato, per esempio. che il ministro in carica si è ostinatamente rifiutato di accettare di collaborare con il presidente dell’OSE. Fino a quando non l’ha odiata per averlo visto solo per 30 minuti all’inizio del loro mandato insieme.
Ma anche la famosa privatizzazione di un’azienda italiana la cui foto più famosa del presidente è quella tra due carabinieri, quando era sotto processo per ascoltare la sua condanna a 4 anni di carcere per uno scandalo finanziario.
E la domanda che sorge subito è: la privatizzazione apporta miglioramenti nei servizi? Ovviamente no. Forse la finanza industriale? Tutt’altro, perché lo Stato continua a pagare tanto che alcuni dicono “stiamo privatizzando”. La sicurezza è migliorata? Che scherzo terribile. Il livello del servizio passeggeri è migliorato? Loro stessi hanno risposto con una serie di denunce.
La mia convinzione è chiara: fermare immediatamente questo pessimo contratto, finché almeno l’Ente Ferroviario non sarà all’altezza del suo nome.
Articolo di Christos Verelis presso BIMA
Christos Verelis è stato ministro dei trasporti nel periodo 2000-2004.
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