Quali sono i 10 paesi peggiori per i lavoratori

I beneficiari del cambiamento catastrofico che si è registrato in tutto il mondo negli ultimi decenni sono i suoi dipendenti.

Dalla crisi finanziaria del 2008, alla pandemia di coronavirus e da lì alla normalità che non è mai arrivata, i lavoratori di oggi si trovano di fronte a maggiori disuguaglianze, condizioni di lavoro peggiori, salari più bassi.

Oltre alle decine di migliaia di persone che oggi nel Primo Maggio manifestano in tutto il mondo a sostegno dei diritti dei lavoratori e, per l’esattezza, altrettanti coloro che chinano il capo davanti alla brutale repressione governativa e alle pratiche criminali aziendali, che in alcuni casi costano il loro reddito per altre persone nella loro stessa vita.

Elemento di vergogna

Come rivelato e scioccante dal rapporto “Global Rights Index 2022”, lo scorso anno i lavoratori di tutto il mondo hanno combattuto una battaglia impari per mantenere i loro posti di lavoro, che sono la principale fonte di reddito per il loro sostentamento.

Anche la loro lotta per difendere il diritto di aderire o formare sindacati è disomogenea, perché dal 2021 al 2022 il numero dei paesi che li hanno aboliti è passato da 106 paesi a 113 paesi, o viceversa è passato dal 59% nel 2014 al 74% nel 2022. .

E i fatti sorprendenti sono infiniti:

  • Nell’87% dei paesi viene violato il diritto di sciopero. Gli scioperi, in particolare in Bielorussia, Egitto, India e Filippine, hanno portato al perseguimento dei dirigenti sindacali. In Sudan e Myanmar, gli attacchi come atto di sfida al governo militare hanno incontrato una brutale repressione.
  • In 4 paesi su 5 nel mondo (79%) il diritto alla contrattazione collettiva è prevenuto in vari modi. In tutti i continenti, la contrattazione collettiva viene minata sia nel settore pubblico che in quello privato. L’estremo controllo del governo sulla contrattazione collettiva è visibile in Tunisia, dove nessun negoziato può aver luogo con i sindacati senza il permesso del capo del governo.

Il raddoppio della violenza in Europa

  • Il numero di paesi che hanno esposto i propri lavoratori alla violenza fisica è aumentato da 45 paesi nel 2021 a 50 paesi nel 2022. Nella regione Asia-Pacifico, il numero di paesi in cui i lavoratori hanno subito violenze è aumentato dal 35% nel 2021 al 43% nel 2022. In Europa le cifre corrispondenti sono da capogiro, perché dal 2021 al 2022 i Paesi in cui i lavoratori sono vittime di violenza sono raddoppiati, passando dal 12% al 26%.
  • I sindacalisti vengono uccisi nel 2022 in tutti i continenti e in particolare in 30 paesi tra cui Bangladesh, Colombia, Ecuador, Eswatini, Guatemala, Haiti, India, Iraq, Italia, Lesotho, Myanmar, Filippine e Sud Africa.
  • I lavoratori con accesso limitato o nullo alla giustizia vivono nel 66% del Paese, con i casi peggiori segnalati in Bielorussia, Guatemala e Kazakistan. L’Africa ha registrato il più grande aumento regionale delle restrizioni all’accesso alla giustizia dal 76% nel 2021 al 95% dei paesi nel 2022.
  • Restrizioni alla libertà di parola e di riunione sono state registrate nel 41% dei paesi, con i casi più estremi a Hong Kong e Myanmar.

10 peggiori e 9 migliori

Secondo lo stesso rapporto, i 10 paesi peggiori per i lavoratori nel 2022 sono Bangladesh, Bielorussia, Brasile, Colombia, Egitto, Eswatini, Guatemala, Myanmar, Filippine e Turchia.

E i primi 9 sono Austria, Danimarca, Finlandia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Norvegia e Svezia.

Per quanto riguarda la Grecia in particolare, si osservano sistematiche violazioni dei diritti del lavoro, perché oltre a licenziamenti e retrocessioni di lavoratori sindacalizzati, si registrano molto frequentemente violazioni dei contratti collettivi.

Marino Esposito

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