In dislocazione organizzazione criminale fatto traffico di migranti illegali, ha condotto un’indagine a cui hanno partecipato Grecia e Albania POLIZIA STRADALE e il Corpo di Polizia Economica italiano, con il supporto di Europol ed Eurojust.
Basato su europolil trasporto marittimo è effettuato da l’uso di navi da crociera, in particolare navi da crociera, acquisito o assunto dalla rete e governato da marinai alle prime armi che sono stati deliberatamente reclutati dai mercanti.
L’operazione Europol, nome in codice ASTROLABIO, è stata condotta sotto la guida delle autorità giudiziarie greche, albanesi e italiane.
Il 19 gennaio, infatti, accadde quanto segue:
– 28 perquisizioni domiciliari (15 in Albania, 2 in Grecia e 11 in Italia) e
– 29 arresti (18 in Albania, 1 in Grecia e 10 in Italia)
In particolare, in Grecia, un siriano è stato arrestato questa mattina, nell’operazione della Direzione Esteri dell’Attica, nel centro di Atene.
Viene descritto come un membro di una rete internazionale che trasporta gli immigrati in Italia su imbarcazioni turistiche che salpano dalla costa occidentale della Grecia.
Centinaia di milioni di euro dall’immigrazione clandestina verso l’UE
Secondo Europol, le autorità ritengono che i sospetti, per lo più di origine irachena e siriana, appartengano a una rete criminale di circa 80 membri, che si dice siano responsabili di almeno 30 operazioni di contrabbando via mare.
L’organizzazione criminale svolge attività di traffico illegale di migranti dalla Turchia verso le coste salentine in Italia passando per Albania e Grecia e poi verso altri paesi dell’Unione Europea.
L’indagine è iniziata con l’individuazione di un’operazione di tratta in corso, durante la quale i migranti sono stati soccorsi e otto trafficanti sono stati arrestati.
Segue la rete criminale soprattutto la via marittima per il movimento dei migranti dalla Turchia, attraverso il Mediterraneo orientale, verso la loro destinazione finale nell’UE.
Ha osservato che sono state identificate 13 compagnie che trasportano migranti dalla costa occidentale della Grecia all’Italia.
Gli indagati hanno utilizzato servizi di rimessa informali, come il sistema hawala, per ricevere pagamenti dagli immigrati, con profitti illegali stimati in diverse centinaia di milioni di euro.
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