Almeno dieci paesi dell’UE si sono opposti all’unanimità alle modifiche al Trattato e alla sua abolizione, come suggerito ieri dall’Asse franco-tedesco e dal presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Intervenendo al Parlamento europeo, il presidente della Commissione ha segnalato che potrebbe sostenere i cambiamenti nell’UE se fosse necessario attuare le raccomandazioni della Conferenza dei cittadini sul futuro dell’Europa (CoFoE).
Ma un terzo degli Stati membri non è d’accordo, poiché i documenti trapelati ieri a Bruxelles, Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Malta, Slovenia e Svezia dicono no al cambiamento di Synthesis.
Tra i possibili cambiamenti, il capo della Commissione ha notato l’unanimità, che spesso rallenta l’andamento delle politiche e del processo decisionale dell’UE.
“Spetta ora a noi prendere la strada più diretta per arrivarci, utilizzando al meglio le nostre capacità nelle circostanze o, sì, cambiando le circostanze, se necessario”, ha detto von der Leyen.
“Uccidere l’unanimità con l’unanimità”
Parlando a EURACTIV in condizione di anonimato, un diplomatico europeo ha affermato che “l’unanimità nel processo decisionale è necessaria per uccidere l’unanimità”.
Non sarà un processo facile […] “Al contrario, ci vorrà del tempo e molti paesi chiederanno un’opzione di uscita, come è successo in passato con Regno Unito e Danimarca”.
“Poi, una volta approvati i nuovi trattati, devono passare attraverso il parlamento nazionale e in alcuni paesi devono indire un referendum”, ha aggiunto, citando la paralisi politica causata dall’accordo sulla Costituzione europea della Francia del 2005.
Ungheria: opposizione ostinata
Lo stesso diplomatico ha affermato di essere “interrogato” sul motivo per cui l’Ungheria non fosse tra i paesi contrari alle modifiche del Trattato in quanto vista come una “ferma opposizione” al processo decisionale europeo.
“È del tutto possibile che Budapest accetti una modifica del trattato, ma chiedendo meno e non più Europa”, ha sottolineato il diplomatico, bloccando di fatto un’ulteriore integrazione europea.
Insieme al francese Marin Le Pen e ad altri alleati di estrema destra in Italia e Polonia, il primo ministro ungherese Viktor Orban prevede di unire la destra europea con una progressiva integrazione europea.
Dato il crollo elettorale del centrodestra europeo in tutta Europa, è caratteristico che la destra europea abbia ora cambiato la sua retorica per parlare di un “nuovo centrodestra europeo”.
In un recente incontro tra Salvini e Orban, l’Italia ha sottolineato il suo “pieno accordo” su temi quali “la lotta all’immigrazione clandestina, la necessità di ridurre il carico fiscale su famiglie e imprese”, ma anche la necessità di lavorare “per il diritto- alternative d’ala.” il centro dell’Europa per i socialisti, per difendere i valori e le radici occidentali”.